Le proiezioni, come concordato nell'ambito dell'esercizio, sono basate sulle informazioni disponibili al 25 novembre per la formulazione delle ipotesi tecniche e al 1° dicembre per i dati congiunturali. Una più ampia discussione degli scenari previsivi per l'economia italiana – che includerà le nuove informazioni resesi nel frattempo disponibili – verrà presentata, come di consueto, nel Bollettino economico della Banca d'Italia in uscita il prossimo 21 gennaio. Nel secondo e terzo trimestre del 2021 la ripresa dell'economia italiana è stata molto sostenuta, grazie al successo della campagna di vaccinazione e al conseguente allentamento delle misure di contenimento. Nel trimestre in corso e nel primo del 2022 sull'attività economica peserebbero gli effetti della recrudescenza della pandemia e le tensioni nelle catene di fornitura globali. Le proiezioni qui presentate presuppongono che l'attuale fase di incremento dei nuovi contagi persista nelle prossime settimane, ma senza comportare un forte inasprimento delle restrizioni alla mobilità, e che si esaurisca gradualmente nei primi mesi del 2022, grazie all'ulteriore rafforzamento della copertura vaccinale. Si ipotizza che nell'orizzonte previsivo la crescita della domanda estera per i beni prodotti nel nostro paese, stimata in quasi il 9 per cento quest'anno, rimanga robusta (pari a circa il 4 per cento in media nel prossimo triennio) e che le condizioni monetarie, finanziarie e creditizie si mantengano distese.
Sotto queste ipotesi, il prodotto tornerebbe a espandersi in maniera sostenuta a partire dalla prossima primavera, in concomitanza con il miglioramento del quadro sanitario, e recupererebbe i livelli precedenti lo scoppio della pandemia entro la metà del 2022. Successivamente la crescita rimarrebbe robusta, seppure non così intensa come quella che ha caratterizzato il rimbalzo produttivo che ha fatto seguito alla riapertura dell'economia nel 2021. In media d'anno, lo scenario macroeconomico prefigura un aumento del PIL in Italia del 6,2 per cento quest'anno, del 4,0 per cento nel 2022, del 2,5 nel 2023 e dell'1,7 nel 2024.
Un sostegno considerevole all'attività economica proviene dalla politica di bilancio e dagli interventi delineati nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Si valuta che le misure di sostegno introdotte nel corso di quest'anno, quelle inserite nel disegno di legge di bilancio e gli interventi del PNRR possano innalzare il livello del PIL complessivamente di circa 5 punti percentuali nell'arco del quadriennio 2021-24, di cui oltre due punti riconducibili alle misure delineate nel PNRR.
Rispetto allo scenario pubblicato nel Bollettino economico di luglio, la ripresa del prodotto è nettamente più accentuata nel 2021, grazie al forte recupero registrato negli scorsi due trimestri, più marcato delle attese soprattutto nei mesi primaverili; è rivista leggermente al ribasso nel 2022, a seguito del rallentamento nella parte finale di quest'anno, e al rialzo nel 2023, quando beneficerebbe degli effetti degli ulteriori provvedimenti di stimolo della politica di bilancio.
La crescita dei consumi delle famiglie, elevata quest'anno, rimarrebbe robusta anche il prossimo e proseguirebbe nel biennio successivo, grazie alle misure di stimolo, al miglioramento della situazione occupazionale e alla graduale riduzione dell'incertezza connessa all'evoluzione della pandemia, che determinerebbe un ritorno della propensione al risparmio verso i più contenuti livelli precedenti la crisi pandemica. Gli investimenti, dopo il forte rialzo di quest'anno, continuerebbero a espandersi in misura sostenuta, sospinti dagli interventi delineati nel PNRR e dalle favorevoli condizioni di finanziamento. Le esportazioni aumenterebbero a ritmi lievemente superiori a quelli della domanda estera, sostenute dai guadagni di competitività e dal recupero degli scambi di servizi, che rifletterebbe la graduale
normalizzazione dei flussi turistici internazionali.
Sul mercato del lavoro si valuta che il numero di ore lavorate sia aumentato quest'anno di quasi il 7 per cento e continui a espandersi nel prossimo triennio a ritmi di poco inferiori a quelli del prodotto, riportandosi sui livelli precedenti la crisi pandemica alla fine del 2022. La crescita del numero di occupati, ancora contenuta quest'anno, si rafforzerebbe gradualmente nel prossimo triennio.
I prezzi al consumo crescerebbero dell'1,9 per cento quest'anno e accelererebbero al 2,8 nel 2022, sospinti principalmente dagli effetti del rincaro dei beni energetici, che si esaurirebbero verso la fine del prossimo anno. In linea con l'ipotesi di una graduale discesa dei prezzi delle materie prime energetiche, l'inflazione scenderebbe all'1,5 per cento nel 2023 per risalire in misura contenuta l'anno dopo, all'1,7 per cento, riflettendo la graduale accelerazione dei salari e la riduzione dei margini di capacità inutilizzata.
Questo scenario è fortemente dipendente dalle ipotesi sull'evoluzione della pandemia e sugli effetti delle misure di sostegno, tra cui quelle incluse nel PNRR. Un deterioramento del quadro epidemiologico rispetto a quello ipotizzato potrebbe determinare maggiori limitazioni alla mobilità e incidere negativamente sulla fiducia dei consumatori e delle imprese, ostacolando la ripresa dell'attività economica. Le proiezioni, inoltre, rimangono condizionate alla piena ed efficace attuazione degli interventi previsti dal PNRR. Ulteriori fattori di rischio sono connessi con l'intensità e la durata delle tensioni dal lato dell'offerta e con la possibilità di un andamento meno favorevole della crescita e del commercio mondiale. L'inflazione potrebbe risultare più elevata di quanto previsto se le quotazioni energetiche dovessero mantenersi su livelli elevati più a lungo di quanto ipotizzato e se fosse maggiore la trasmissione alla dinamica salariale del recente forte incremento dei prezzi al consumo.