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domenica, 4 Giugno 2023
imprese

Sono la metà del cielo, ma ai vertici delle solo un incarico su 4 è ricoperto da donne. La fotografia scattata dall'Osservatorio per l'imprenditorialità femminile di Unioncamere-InfoCamere mostra peraltro che qualche piccolo passo avanti le al vertice l'hanno fatto, crescendo di 8.602 posizioni (+0,88%). Questo è avvenuto mentre contestualmente il numero delle donne che ricoprono cariche nel mondo imprenditoriale si è andato riducendo dello 0,46%, perdendo quasi 12mila posizioni tra dicembre 2019 e dicembre 2021, in virtù di un calo consistente soprattutto tra le socie (circa 19mila in meno) e le titolari di imprese individuali (-7mila). Segno quest'ultimo delle difficoltà che stanno attraversando soprattutto le imprese minori.

«Bisogna far crescere la presenza delle donne nelle imprese», è l'invito che il presidente di Unioncamere, Andrea Prete, fa nell'imminenza della Festa della donna. «I nostri studi mostrano che le donne sono più innovative, più attente ai valori della , più responsabili nei riguardi dei loro collaboratori. La crisi di questi anni è stata dura anche per questa componente fondamentale della nostra , che ha rallentato la sua crescita. Aiutare le donne d'impresa, come fanno da tempo le Camere di attraverso i Comitati per l'imprenditorialità femminile, è però essenziale per accelerare la ripresa economica».

L'analisi delle differenti cariche di guida e di amministrazione svolte all'interno delle imprese (984.366 quelle ricoperte da donne a fine 2021) evidenzia che la presenza femminile tende a ridursi al salire del livello di responsabilità.

Le donne presidente sono infatti 33.645. Pur aumentando del 2,03%, restano comunque solo il 18,03% del totale. Maggior incidenza hanno invece le donne vice presidente: sono 18.327, rappresentano il 26,57% del totale e sono aumentate del 3,37% da dicembre 2019.

Il maggior numero di incarichi riguarda soprattutto il ruolo di consigliere (225mila, pari al 25,4% del totale, in crescita del 2,52% rispetto a dicembre 2019). Le sono poi 38.577, pari al 22,68%, in aumento del 4,48% rispetto a due anni fa.

In diminuzione invece le consigliere/amministratrici delegate: oggi sono 4.532, rappresentano il 22,74% del totale e sono diminuite del 4,77%.

Per quanto riguarda gli incarichi manageriali, si assottiglia la già sparuta platea dei direttori donna: sono 480, pari al 15,62% del totale e si riducono di 61 unità.

Gran parte di queste donne ha fondato o partecipato alla fondazione di una delle imprese femminili oggi esistenti in Italia. Un milione e 342mila quelle registrate a fine 2021, pari al 22,13% del totale. Il confronto con la situazione a fine 2019 mostra una situazione di sostanziale stabilità: in due anni, le imprese femminili sono aumentate dello 0,19%, con un incremento di 2.569 unità. Determinante in questo senso la spinta delle regioni del Mezzogiorno, in cui si contato oggi 7.646 imprese in più rispetto a dicembre 2019. Al contrario, il Centro vede diminuire la presenza di imprese femminili di 7.207 unità, mentre nel settentrione gli incrementi sono stati modesti: +1.696 nel Nord Ovest (+0,54%) e +434 nel Nord Est (+0,19%).

Soprattutto alcuni dei settori a maggior partecipazione femminile pagano salato il conto della pandemia e delle chiusure forzate che si sono succedute da marzo 2019. Primo tra tutti il commercio, che conta quasi 6.300 imprese guidate da donne in meno, l'agricoltura (circa 3.500 in meno) e il manifatturiero (circa 1.500 in meno).

Più dinamici e proattivi risultano invece alcuni comparti a maggior contenuto di conoscenza, secondo una tendenza in atto da tempo, come le attività professionali, scientifiche e tecniche (+3.751 le imprese femminili), i servizi di informazione e comunicazione (+1.014), l'istruzione (+524) e la sanità (+468). Bilancio positivo anche per il settore immobiliare e finanziario (+1.929) e per il noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese (+2.195).

Molise, Basilicata, Abruzzo e Umbria risultano a fine 2021 le regioni a maggior incidenza di imprese femminili. Nove le province, tutte del Sud e del Centro, in cui le imprese femminili superano il 27% del tessuto produttivo locale: Benevento, Avellino, Chieti, Grosseto, Enna, Campobasso, Frosinone, Viterbo e Isernia.

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