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lunedì, 29 Maggio 2023

Space Economy: business per la pace che piace ai big della finanza

La nuova avventura di Samantha Cristoforetti si lega al magnate visionario più ricco del Pianeta. torna nello con la sua Space X, mentre l'acquisto di Twitter (-3,3%) innervosisce gli investitori che vendono i titoli di Tesla, in calo del 10,3%. 

Con il miliardario impegnato in questa impresa, le attenzioni per la sua casa automobilistica potrebbero ridursi in un momento in cui la competizione nella sfida per il mercato dell'auto elettrica si sta alzando sempre più. Non cala invece l'eccitazione per l'aerospazio. 

Samantha raggiungerà l'Iss (Stazione Spaziale Internazionale) «per continuare a lavorare, russi e americani insieme», ha riferito da Houston l'astronauta trentina «come si è sempre fatto. La comunità degli astronauti e dei cosmonauti è molto forte, legata dalla passione per un lavoro molto impegnativo e di grande responsabilità, ma anche di grandi soddisfazioni. Guardiamo con dolore e partecipazione a quello che sta avvenendo sulla Terra, non abbiamo risposte a una situazione di conflitto così straziante, ma come astronauti di tutte le nazionalità possiamo continuare a lavorare insieme, a concentrarci sui nostri compiti, sugli esperimenti che siamo chiamati ad effettuare».

Lo Spazio si conferma essere il centro della Terra. A 61 anni dal primo volo orbitale di Yuri Gagarin intorno al nostro pianeta, la gara per conquistare il cielo non può non essere anche una questione geopolitica.

La proiezione verso lo Spazio rivela il confronto fra imperi e trasferisce in ambito spaziale l'area di potenziale conflitto fra chi può accedervi. Chi sono i protagonisti di questa competizione?

L'ingresso dei privati nel settore

L'industria spaziale delle origini era molto lontana dall'ottica degli operatori del capitale di rischio.
Secondo il fondo Primo Space, considerando l'orizzonte temporale degli ultimi 20 anni, l'84% degli investimenti si registra tra il 2015 e il 2020, con un raddoppio annuale dei capitali investiti, che sono passati da 2 miliardi di dollari all'anno nel 2018, per poi diventare 4 miliardi nel 2019 e raddoppiare ulteriormente nel 2020.

È così che il paradigma spaziale originario, durante la Guerra fredda completamente pubblico, orientato al raggiungimento dei obiettivi strategico-militari e caratterizzato da un'evoluzione tecnologica lenta e gerarchica, è stato stravolto.

In particolare, il comparto del venture capital ha registrato una crescita significativa. La “Space 2.0” o New Space Economy è snodo di tendenze molto profonde.

Crocevia di attori non-tradizionali e di un nuovo mercato delle exit per le startup ad esso legate, lo Spazio va considerato sempre meno come una singola industria e sempre più come un ecosistema in cui diversi comparti si trovano a operare.

L'accesso allo Spazio di piccole e medie imprese

Questi sviluppi hanno significato l'accesso allo Spazio per molte piccole e medie imprese, nonché per istituti di istruzione e ricerca.

Nel prossimo futuro, lo sviluppo satellitare delle reti consentirà a persone e aziende di connettersi ovunque si trovino, un'alternativa efficace a quelle terrestri, spesso assenti o di scarsa qualità. 

La tecnologia satellitare trova applicazione nei settori dei trasporti e della logistica, nella gestione delle risorse naturali, nell'agricoltura di precisione, nel monitoraggio ambientale dei cambiamenti climatici.

La Space Economy integra industria manifatturiera ad alto contenuto tecnologico e servizi avanzati. Quello che caratterizza la filiera è proprio la commistione tra questi soggetti diversi che permette continui trasferimenti di conoscenza, sostenendo uno sviluppo sinergico ad alto tasso di innovatività.

I dati dell'Osservatorio Space Economy di PoliMi

Sulla base dei dati raccolti dall'Osservatorio Space Economy della School of Management del Politecnico di Milano, i budget che i governi di tutto il mondo spendono per l'economia dello Spazio si aggirano tra gli 86,9 e i 100,7 miliardi di dollari.

Per entità di spesa, nell'anno fiscale 2021, appena dopo gli Stati Uniti, viene proprio l'Europa con 11,48 miliardi di dollari, seguita da Cina, Russia, Giappone e India. Grazie a programmi come Copernicus, Egnos e Galileo, l'Unione europea registra più di 30 satelliti in orbita e una previsione di spesa di 14,8 miliardi di euro.

L'Italia è uno dei nove paesi dotati di un'agenzia spaziale, con un budget di investimenti di oltre 1 miliardo di dollari all'anno.

Il nostro Paese si colloca anche al sesto posto al mondo per investimenti in relazione al pil (0,06% nel 2019), dopo Russia, Usa, Francia, India e Germania. Con 589,9 milioni di euro stanziati nel 2021, l'Italia è il terzo contribuente all'European Space Agency, dopo Francia e Germania.

A proposito di capitali di rischio, Primo Space Fund è il primo fondo di venture capital italiano, focalizzato in campo Space Tech, che ha chiuso il 2021 con un fondo di investimenti pari a 85 milioni di euro.

Il ruolo del nella Space Economy italiana

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) prevede il finanziamento diretto allo Spazio per 1,49 miliardi di euro. 

La Space Economy, in una visione a medio-lungo periodo, può dare un importante contributo al raggiungimento degli obiettivi strategici degli stessi Pnrr e Green Deal europeo.

La ricerca spaziale può di fatto contribuire alla transizione digitale e ecologica, alla mobilità sostenibile, all'inclusione e alla salute. L'integrazione delle tecnologie digitali in infrastrutture spaziali di nuova generazione costituisce il cuore della New Space Economy, la frontiera decisiva per lo sviluppo di servizi innovativi ad elevato valore aggiunto.

©

Arianna Francesca Brasca

LinkedIn: @AriannaFrancescaBrasca

Foto Nasa su Unsplash

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