Si tagliano 8 ore di lavoro in totale, passando da 40 a 32 alla settimana. Ma allora la retribuzione resta piena o viene tagliata con la settimana corta? La possibilità di conciliare al meglio vita privata e lavorativa non ha prezzo: il 55% di noi italiani è disposto a guadagnare meno pur di avere un giorno libero in più. E la percentuale sale addirittura al 62% nella fascia di età tra i 25 e i 34 anni. Di settimane corte non ce n’è una soltanto, ma numerosi tipi. Insomma, tante quante sono le sperimentazioni in atto. Vediamone alcune…
- 4 giorni pagati come 5 ma solo se aumenta la produttività: la retribuzione oraria aumenta ma il carico di lavoro è più intenso. Questa è la scelta introdotta da EssilorLuxottica per gli operai, che lavoreranno per 20 settimane 4 giorni anziché 5.
I pro: la retribuzione oraria di fatto aumenta perché le ore diminuiscono a parità di stipendio. I contro: per aumentare la produttività il lavoro deve essere più intenso, bisogna ridurre pause e perdite di tempo oppure avere a disposizione strumenti di lavoro e tecnologie più efficienti.
2. Settimana corta lavorando 9 ore al giorno: un giorno libero in più senza riduzione di stipendio in cambio dell’intensità nella produttività.
I pro: il giorno libero in più senza riduzioni di stipendio. I contro: l’intensità del lavoro nelle 4 giornate in cui si concentra tutta l’operatività con una maggiorazione di orario.
- Riduzione dell’orario ma distribuita su tutti i giorni della settimana: riduzione anche dello stress.
I pro: la riduzione dell’orario distribuita su più giorni diluisce anche lo stress. I contro: non si è mai del tutto liberi dal lavoro, comunque difficilmente si hanno liberi sempre gli stessi giorni della settimana