martedì, 8 Luglio 2025

Se vuoi proteggere i tuoi soldi leggi cosa sono i finfluencer

Nel mare di contenuti social fast-finance, dove spesso il consiglio d’investimento si mescola alla sponsorizzazione più o meno velata, bisogna distinguere chi fa vera informazione da chi pensa solo ai followers o al proprio tornaconto.

Se un tempo la finanza era materia per esperti, relegata ai palazzi di vetro delle grandi banche o a forum specializzati, oggi è sempre più virale e alla portata di tutti. Perché? Complice una generazione nativa digitale, costantemente con il capo chino sugli smartphone e in totale balia dello scrolling social, anche il mondo degli investimenti subisce una trasformazione radicale. Piattaforme come TikTok, Instagram e YouTube sono diventate i nuovi canali di educazione finanziaria. Ma sarà davvero così? Attenzione, perché non è tutto oro ciò che luccica. Viene da chiedersi chi guida sui social davvero le nostre proposte di investimento. Si tratta di un algoritmo, che determina cosa viene mostrato agli utenti in base a vari elementi. Parliamo dell’algocrazia, ovvero un sistema dove le scelte individuali sono influenzate da intelligenze artificiali che analizzano comportamenti, preferenze e tempi di permanenza sullo schermo.

I FINFLUENCER

A guidare questa tendenza si trovano i cosiddetti finfluencer, ovvero influencer che trattano contenuti finanziari. Nella maggior parte dei casi legati a qualche azienda, talvolta senza evidenti basi deontologiche né una preparazione adeguata, masticano parole legate al mondo dei risparmi consigliando strategie e dando pareri. Con il pericolo di suggerire investimenti o scelte non proprio prive di rischi. E chi li controlla? Nessuno.

La questione a questo punto non è solo educativa, ma anche etica e regolatoria. Le autorità europee stanno iniziando a muoversi, con proposte per obbligare i creator a esplicitare eventuali conflitti di interesse e a rispettare alcune linee guida.

Una misura necessaria e urgente, visto che un cittadino su tre (dati Consob) sceglie i social media come fonte per orientare le proprie decisioni di investimento. Nella fascia d’età tra i 18 e i 34 anni, i numeri lievitano sensibilmente, sfiorando il 60%. Il dato è ancora più preoccupante se si considera che solo una piccola parte di loro possiede una reale formazione finanziaria. E forse, per questo, non sa bene dove affidarsi per avere aiuto. Questo gap può aprire la porta a truffe e a investimenti poco consapevoli, spesso dettati più dal desiderio del guadagno facile, che da analisi razionali.