Animatori per spiagge, baby club e crociere, bagnini e beach manager. Ma anche chef, camerieri, bartender. Sono oltre 50mila le opportunità di lavoro in arrivo con la bella stagione (stime di Assolavoro Datalab, osservatorio dell’Associazione nazionale delle Agenzie per il Lavoro). E l’altra buona notizia è che le offerte sono in aumento di circa il 5% rispetto allo scorso anno. Anche guardando più indietro, al 2019, l’occupazione nel settore registra il segno più (15% circa). Idem se si restringe il focus sugli stagionali: qui l’incremento degli occupati risulta del 24%. Nel periodo estivo i dipendenti di aziende che operano nel turismo raggiungono il picco di 430 mila unità. Di questi una buona fetta, 245mila, è infatti coperta da stagionali (dato Federalberghi).
Le Regioni dove si lavora di più
In testa alle Regioni con più richiesta di stagionali c’è il Trentino Alto Adige con più di 38mila posizioni, circa 10mila in più rispetto alla media annuale. A seguire l’Emilia Romagna, dove tra la primavera e l’estate occorrono circa 31mila risorse, più del doppio (14mila) di quante non ve ne siano normalmente. Al terzo posto la Campania, a quota 22mila (12mila i lavoratori medi). E poi ancora Sardegna e Toscana, a pari merito con 17mila unità richieste. Segue la Puglia, 16mila. E di nuovo Lombardia e Sicilia, rispettivamente a quota 13mila e 12mila. Indietro ci sono invece Regioni come la Calabria e il Lazio, dove le attese sono per circa 8 e 7mila lavoratori stagionali totali.
Il nodo delle paghe
La retribuzione media giornaliera dei lavoratori stagionali risulta attualmente di 85 euro, in salita del 2,4% rispetto al 2024. L’importo è però da tarare su turni spesso ben più lunghi rispetto a quelli di otto ore da ufficio, dalle 9 alle 17 per intendersi. Rispetto al periodo pre-pandemico inoltre, la retribuzione giornaliera risulta in aumento del 14,9%.
La mancanza di risorse
Il problema dell’introvabilità di personale c’è ancora? «Le persone si trovano anche ma mancano le professionalità», sottolinea Marco Scarpetta, referente Sib Confcommercio (Sindacato italiano balneari). Smentendo anche la teoria per cui i giovani non vogliano lavorare. «Tra i candidati ci sono ragazzi volenterosi, bravi a scuola. Ma è difficile trovare risorse già formate, con una certa esperienza in sala, bar e cucina o come assistenti bagnanti».
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