sabato, 20 Aprile 2024

MONDIALI QATAR 2022: ITALIA A RISCHIO QUALIFICAZIONE

Dopo la mancata vittoria contro l’Irlanda del Nord, cresce il timore di una sliding doors dolorosa per l’Italia di Mancini, che rischia di godersi da casa lo spettacolo di Qatar 2022, per la seconda edizione di fila.

Ma rispetto al 2018, l’anno nefasto del calcio italiano, costretto a casa dopo la débâcle contro la Svezia, dal punto di vista economico, cosa succederebbe se gli Azzurri dovessero mancare la qualificazione? Tre anni fa la Figc è riuscita non solo a digerire il mal di pancia sportivo dovuto alla défaillance sportiva, ma addirittura a livellare la situazione economica grazie all’aumento dei ricavi. Il tutto impreziosito dall’affermazione ad Euro 2020, nel più classico degli “it’s caming Rome” che qualcuno accetta ancora con fatica. Poi la pandemia ha riportato indietro di quattro anni il prezioso lavoro svolto da Gravina & co., ma i nuovi sponsor in arrivo (soprattutto il probabile accordo con Adidas), potrebbero far tornare positivo il trend.

SLIDING DOORS: 2018-2020 – Con lo 0 a 0 di tre anni fa a San Siro, che buttò fuori l’Italia dalla massima competizione per Nazionali di calcio per la quarta volta nella sua storia, il valore economico della Figc si attestava a 160 milioni di euro: dieci in meno rispetto ai Mondiali brasiliani del 2014. Perdita risanata dalla Federazione grazie a 23 milioni di “altri ricavi” come recita la nota del bilancio federale: un salvagente lanciato soprattutto dalle entrate televisive che hanno pesato più della metà dell’intero “tesoretto”. Scongiurata l’apocalisse, l’appeal degli Azzurri è rimasto intatto, sconfessando le predizioni dell’allora presidente Tavecchio. Da allora il brand Italia non solo non è crollato ma ha incrementato il suo valore: gli introiti commerciali hanno superato quota 100 milioni di euro, senza considerare l’apporto dato dallo sponsor tecnico Puma e la rigenerata immagine del calcio nazionale con il successo sull’Inghilterra a Wembley nella finale di Euro 2020. Ma se da un lato la parziale mancata qualificazione ai mondiali del Qatar non scalfisce il brand value della Nazionale, anche per via del lavoro della Federazione, con una seconda défaillance degli Azzurri la situazione rimarrebbe invariata? 

NIENTE PAURA: FUORI PUMA DENTRO ADIDAS – Se si considera che il contratto con lo sponsor tecnico è in scadenza e che con il nuovo anno la Nazionale potrebbe vestire Adidas, che frutterebbe tra i 35 e i 40 milioni di euro all’anno, ben al di sopra dei 22 garantiti da Puma negli ultimi 18 anni, la situazione potrebbe rimanere positiva, anche in caso di flop mondiale. In questo modo la Federazione potrebbe limare il gap con le principali rivali (europee e non). Ma non solo: grazie a 18 nuovi accordi commerciali, le entrate della Figc potrebbero salire fino a 187 milioni di euro annui, un notevole passo in avanti rispetto alla situazione economico finanziaria del 2018 che porterebbe l’Italia allo stesso livello di competitor finora più forti come Francia, Germania e Inghilterra. 

SOS SPONSORIZZAZIONI E TESORETTO QATAR – Se al paracadute fornito da sponsor tecnico e diritti televisivi si aggiunge anche quello delle sponsorizzazioni, in aumento nonostante la pandemia (sono passate da 40,7 a 46 milioni di euro nel 2020) il disastro commerciale per una mancata qualificazione potrebbe non avverarsi, esattamente come quattro anni fa. Una débâcle da evitare, vista l’occasione economica dei Mondiali di Doha che fa gola, e non di poco, alle big. Il premio messo in palio dalla FIFA per il 2022 parla di somme ben al di sopra di quelle a cui siamo stati abituati finora: chi alzerà la coppa del mondo potrebbe garantirsi 50 milioni di dollari, un montepremi di gran lunga superiore a quello elargito in occasione delle precedenti edizioni, dove Germania prima e Francia poi hanno incassato solo (e si fa per dire) rispettivamente 33 e 35 milioni di dollari. © 

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