venerdì, 19 Aprile 2024

Petrolio sostenuto dalla domanda nonostante Fed e varianti Covid

Sommario

Nuovi massimi dal 2014 per il petrolio. Il greggio riprende la marcia verso l’alto partita ad aprile 2020 e interrotta lo scorso novembre a causa dei timori per la variante Omicron. Proprio le indicazioni rassicuranti sulla pericolosità della nuova variante sono tra le cause del recente rimbalzo e della possibile estensione del rally. È quanto emerge dagli ultimi report di OPEC e Goldman Sachs. L’evoluzione della pandemia sembra indirizzata verso un miglioramento per quanto riguarda la pressione sulle strutture ospedaliere. Di conseguenza anche le restrizioni al movimento delle persone dovrebbero progressivamente diminuire. Questo ha effetti positivi sullo scenario macro e quindi sulla domanda di fattori produttivi, tra cui il petrolio.

LA DOMANDA DI PETROLIO NEL 2022 SECONDO L’OPEC

In base alle stime contenute nel rapporto mensile dell’OPEC, la domanda di petrolio nel 2022 si attesterà a 100,8 milioni di barili al giorno, in netta crescita dai 96,6 milioni del 2021. Considerando che l’offerta dei paesi non OPEC è attesa a 66,7 mb/g e che il gas naturale liquido OPEC dovrebbe fornire altri 5,3 mb/g, il rapporto prevede che la domanda di greggio verso l’OPEC si attesterà nel 2022 a circa 28,9 mb/g, +1,0 mb/g rispetto al 2021. Nel terzo trimestre del 2021 (ultimo dato disponibile) la produzione di petrolio dell’OPEC è stata pari a 26,7 mb/g.

Fonte: OPEC Monthly Oil Market Report – Gennaio 2022
L’OFFERTA DI PETROLIO 2022 NELL’ANALISI DI GOLDMAN SACHS

Secondo Goldman Sachs l’OPEC+ (OPEC più la Russia) avrà problemi nel mettere in atto il piano di incremento della produzione da 0,4 mb/d al mese. La banca americana stima un incremento effettivo di soli 2,5 mb/d nei prossimi nove mesi contro i previsti 3,6 mb/d. Questo a causa della carenza di investimenti in impianti di estrazione determinata da previsioni di ripresa troppo conservative. Da non sottovalutare anche i rischi geopolitici come le tensioni Russia-Nato e in Medio Oriente. Di pochi giorni fa l’attacco con missili e droni portato dagli Huthi yemeniti verso alcuni obiettivi degli Emirati Arabi Uniti, tra cui il deposito di carburante di Mussafah. E anche l’interruzione dell’oleodotto Kirkuk-Ceyhan tra Turchia e Iran dovuto a un’esplosione. A sostegno dell’ipotesi di ulteriori rialzi Goldman Sachs porta anche la previsione di discesa delle riserve dei paesi OCSE sui minimi dal 2000 entro l’estate.

Fonte: OPEC Monthly Oil Market Report – Gennaio 2022
LA FED ALZERÀ I TASSI MA IL BRENT È PREVISTO A 100 DOLLARI

Un elemento a sfavore dell’estensione del rally del petrolio è l’ormai sicuro avvio della fase di rialzo dei tassi da parte della Fed. La banca centrale americana è alle prese con l’inflazione più alta dal 1982 e pertanto deve muoversi per arginarla. L’incremento dei tassi d’interesse ha effetti depressivi sulla crescita economica e quindi sulla domanda di petrolio. OPEC e Goldman Sachs ritengono però che i fattori a favore dell’ulteriore rialzo del petrolio saranno predominanti. Oltretutto la fase più intensa dell’azione della Fed – il secondo trimestre 2022 – dovrebbe coincidere con la driving season nell’emisfero Nord, periodo caratterizzato da un’elevata domanda di carburanti. La banca americana si spinge a prevedere un graduale apprezzamento del greggio fino a 100 dollari barile per il Brent. Gli analisti di Goldman Sachs ritengono che questo livello difficilmente potrà essere superato. Con il petrolio vicino ai 100 dollari la produzione di shale oil spiccherebbe il volo con conseguente aumento dell’offerta. ©

Simone Ferradini

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