sabato, 7 Dicembre 2024

La linea aggressiva di Biden fa tremare le Big Tech

Sommario

Supervisionare e controllare più da vicino le fusioni tra colossi economici, favorendo così la libera concorrenza nel mercato. È questo il paradigma del Presidente Usa Joe Biden. Sotto la lente di ingrandimento c’è il monopolio delle Big Tech. Un contesto in cui Biden ha nominato presidente del Federal Trade Commission Lina Khan, trentaduenne nata a Londra da genitori pakistani e formatasi tra Yale e Columbia University, che incarna la nuova linea aggressiva contro Amazon, Apple, Google e Meta. Ed è proprio la Federal Trade Commission la protagonista di una mossa che fa discutere: il blocco dell’acquisizione di Aerojet Rocketdyne, costruttore di motori a razzo e sistemi di propulsione missilistici, da parte di Lockheed Martin.

«BREAK UP BIG TECH»

Khan in poco più di sei mesi di mandato ha già aperto diversi fronti. Conduce in prima persona un’indagine antitrust su Amazon – contro cui si era già scagliata ai tempi dell’Università con un paper intitolato Amazon’s Antitrust Paradox, testo in cui si mostrava molto critica contro le pratiche dell’azienda in materia di concorrenza. E a dicembre 2020 ha aperto una causa contro Facebook, accusando l’azienda di Mark Zuckerberg di comportamenti anti-competitivi per mantenere il controllo, e il monopolio, sui social network, in particolare dopo l’acquisizione di Whatsapp e Instagram. E se le prove fornite dalla FTC dovessero confermare la linea dell’accusa, si potrebbe prospettare anche una scissione societaria per la neonata Meta.

L’ANTITRUST DI DOMANI

Inoltre la FTC ha da poco pubblicato le linee guida per il futuro, con particolare attenzione sul tema delle fusioni: secondo Khan le leggi classiche sull’antitrust vanno riviste e riadeguate alla nuova realtà economica. Una realtà in cui i colossi tecnologici dominano. Ciò che la FTC promette è un controllo più serrato su quegli accordi tra grandi – se non enormi – aziende che potrebbero creare una concentrazione di potere, sbaragliare la concorrenza, e al tempo stesso causare licenziamenti in blocco.

Nel mirino di Khan è già finita la fusione tra Nvidia e Arm. Un’operazione potenziale da oltre 40 miliardi che la FTC a dicembre aveva bloccato con queste motivazioni: «l’accordo verticale proposto darebbe a una delle più grandi società di chip il controllo sulle tecnologie di elaborazione e sui progetti su cui le aziende rivali fanno affidamento per sviluppare i propri prodotti concorrenti». Di fatto Nvidia da allora non ha fatto più passi in avanti per l’acquisizione dell’azienda inglese e il tutto sembra essere congelato.

L’APPOGGIO DELLA CASA BIANCA

Anche altre nomine provenienti dal 1600 di Pennsylvania Avenue confermano quale sia e soprattutto quale sarà la linea nei confronti delle Big Tech dell’amministrazione Usa: a marzo dello scorso anno Tim Wu è entrato a far parte del National Economic Council, nel ruolo di Special Assistant del presidente per la tecnologia e la politica di concorrenza. Un segnale inequivocabile viste le posizioni fortemente critiche del professore di diritto della Columbia University contro i grandi della tecnologia.

E a capo della divisione antitrust del dipartimento di Giustizia, da novembre, siede Jonathan Kanter, avvocato che ha costruito la sua carriera rappresentando aziende che hanno intentato azioni legali in materia di antitrust contro Google, che si era rifiutata di commentare già la sua candidatura.

A luglio del 2021 la Casa Bianca ha pubblicato l’Executive Order on Promoting Competition in the American Economy. Un Fact Sheet in cui Joe Biden sottolinea come «la concorrenza sleale frena la crescita economica e l’innovazione, con la conseguenza che le grandi imprese rendono più difficile l’ingresso nei mercati per le piccole imprese e per gli americani in generale».

Alessio Incerti

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Foto: Brett Jordan/Annie Spratt/Jose Ortega Castro da Unsplash.com