giovedì, 25 Aprile 2024

Borsa italiana: assalto straniero, lusso tra i possibili obiettivi

Sommario

Investitori esteri a caccia di occasioni nella Borsa italiana. La scorsa settimana i private equity Global Infrastructure Partners e Brookfield Infrastructure – più la spagnola ACS in appoggio – sono usciti allo scoperto con una manifestazione di interesse per Atlantia, subito stoppata dall’OPA di Edizione.

INTERESSE PER ATLANTIA, BPM E TELECOM

Edizione della famiglia Benetton – controlla di fatto Atlantia con una quota del 33% circa – ha immediatamente dichiarato che l’investimento ha natura strategica e oggi è passata al contrattacco lanciando un’OPA finalizzata al delisting insieme a Blackstone. Ha invece il benestare del cda di Banco BPM l’operazione con cui Credit Agricole ne ha acquisito il 9,18%. Il gruppo francese ha un track record di successo nell’M&A in Italia e secondo molti osservatori potrebbe essere il primo passo verso l’incorporazione di BPM. Poche invece le chance di KKR che a novembre aveva avanzato una manifestazione di interesse per Telecom Italia. Il cda ha però sostanzialmente chiuso le porte negando al private equity americano la possibilità di effettuare la due diligence e quindi confermare l’offerta.

OBIETTIVI ATTRAENTI PER COMPETITOR E INVESTITORI

Assistiamo quindi una vera e propria ondata di offerte su società quotate presso la Borsa italiana. Le motivazioni alla base di queste iniziative sono sostanzialmente due: la particolare attrattività dei gruppi target e dei settori in cui questi operano. Per quanto riguarda Atlantia possiamo osservare che, una volta ceduta Autostrade per l’Italia al consorzio guidato da CDP, il gruppo resta libero da rischi legali e pronto a cogliere le opportunità di un settore decisamente promettente come quello della gestione delle infrastrutture di trasporto. Su BPM si è aperta una chiara opportunità dato che l’istituto è rimasto isolato nel risiko bancario: Credit Agricole non dovrebbe incontrare resistenze nell’acquisizione. Telecom ha ingolosito KKR per due motivi: la quotazione del titolo molto bassa e la prospettiva di creazione della rete unica in banda larga con Open Fiber.

FOCUS SUL SETTORE LUSSO

Ma lo shopping nel nostro Paese potrebbe non essere finito qui. Alcune società del settore lusso negoziate sulla Borsa italiana presentano infatti spunti di grande interesse per le mire di competitor più grandi ma anche di investitori finanziari. Innanzitutto le quotazioni storicamente sottovalutate rispetto ai profitti attesi: secondo Barclays il settore lusso europeo al momento è sotto del 20% rispetto alla media degli ultimi 5 anni. In secondo luogo l’esposizione al rischio-Russia è molto bassa: 2-3 per cento dei ricavi. Altro elemento di appetibilità dei gruppi del comparto è che sono molto ben protetti da un avvitamento inflazione-stagflazione grazie alla bassa elasticità della domanda. Infine, le società italiane del lusso hanno dimensioni ridotte rispetto ai colossi francesi e svizzeri, quindi è probabile che qualcuna venga acquisita. Sotto la lente di ingrandimento, da questo punto di vista, c’è Tod’s.

FILO DIRETTO TOD’S-LVMH

Il gruppo creato e guidato da Diego Della Valle ha tra i soci LVMH, salita dal 3 al 10 per cento del capitale meno di un anno fa con un acquisto titoli direttamente dalla holding dell’imprenditore marchigiano. In quell’occasione Della Valle sottolineò l’amicizia ultraventennale con Bernard Arnault, presidente e a.d. di LVMH. Poco tempo dopo in un’intervista rilasciata durante il Business of Luxury Summit organizzato dal Financial Times, dichiarò che non è sua intenzione cedere il gruppo ma se decidesse un giorno di farlo Bernard Arnault avrebbe la sua totale fiducia. La scorsa settimana, nel corso di una conferenza all’università IULM a Milano, Della Valle ha affermato che, dalla postazione privilegiata di membro del cda di LVMH, ha assistito a molte acquisizioni di successo da parte del colosso francese. ©

Simone Ferradini

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