giovedì, 5 Dicembre 2024

Vela, nasce l’Osservatorio Economico Nazionale

DiRedazione

15 Luglio 2022 , , , ,
Sommario

Oltre 147mila tesserati in tutta Italia, quasi 50mila alunni coinvolti nel progetto VelaScuola, più di 710 società affiliate e oltre 400 eventi all’anno, in Italia e ora anche un Osservatorio per monitorare i numeri di un mercato che continua a crescere. I numeri di Federvela, e della passione velica, continuano a crescere e sono circa 40mila i giovani che ogni anno si avvicinano a uno sport che ha saputo rispondere meglio di altri all’ultimo biennio: «Dopo la pandemia il settore della vela in Italia ha reagito e sta reagendo secondo le migliori aspettative, però c’è da dire che è proprio durante il complicato periodo di pandemia che la vela ha affermato e consolidato i suoi valori più importanti incontrando da subito il desiderio delle persone di vivere gli spazi aperti e tutte quelle attività che consentissero una buona sicurezza, i distanziamenti possibili e l’applicazione delle procedure sanitarie richieste», dice Andrea Leonardi, presidente Toscana-Umbria di Federvela e membro della Commissione Sport e Turismo.

«La nostra è stata la prima federazione nazionale in assoluto a dotarsi di specifici protocolli di sicurezza per il contrasto del virus gettando così solide basi per riscuotere la fiducia immediata delle persone, sia quelle già appassionati di questo sport che quelle nuove, arrivate con la voglia di vivere emozioni ambientali mai provate prima», dice Andrea Leonardi, membro della commissione Sport e Turismo di Federvela.

I numeri della vela in Italia

Quali sono i numeri del settore in Italia? Tra tesserati, allievi, il progetto scuole, la vela sembra essere sempre più al centro dell’attenzione degli italiani. Anche perché l’indotto economico che muove non è indifferente

«I numeri vanno nella direzione di quello che stavo dicendo. In termini sportivo-agonistici abbiamo 2.811 manifestazioni sportive a calendario nazionale di quest’anno, di queste sono 112 quelle internazionali tra campionati europei, mondiali e regate di alto livello; solo tra atleti, tecnici, ufficiali di gara e personale di supporto parliamo di quasi quattrocentomila persone direttamente coinvolte in un numero di giornate di sport che già da qualche anno ormai supera le 350 mila unità. Ma sono numeri che crescono laddove si completa il quadro nelle attività didattiche delle circa 600 scuole di vela sparse in tutta Italia e nei progetti creati, appunto, per quegli istituti scolastici sia primari che secondari che stanno inaugurando percorsi di educazione ambientale proprio attraverso la vela».

L’approccio green

Oggi si parla moltissimo di sostenibilità, in tanti settori. Il settore della vela sportiva quanto è attento a questa nuova sensibilità e quali sono gli investimenti fatti in questa direzione

«Appunto. Giusto per dare cognizione di come ci muoviamo, dico subito che Federvela ha emanato al suo interno una specifica Normativa per la sostenibilità che impone agli oltre 750 associazioni e società affiliate delle vere e proprie regole per lo svolgimento delle attività in acqua e nelle sedi sociali. Federvela ha poi aderito da subito e da protagonista alla Charta Smeralda, cioè un vero e proprio codice etico creato e promosso a livello internazionale da One Ocean Foundation per la condivisione dei principi e delle azioni di tutela dei mari e, infine, Federvela sta promuovendo una serie di iniziative didattiche, già calendarizzate con alcuni partner dedicati, che affiancheranno le manifestazioni veliche più importanti in Italia. Proprio sull’aumento della consapevolezza ambientale tra gli appassionati di vela si stanno concentrando gli investimenti economici sempre più cospicui e mirati a sostenere queste iniziative a vantaggio di una coscienza etica che oggi ci colloca tra gli sport più attenti.

Per citare l’ultimo degli atti concreti cui stiamo lavorando, abbiamo creato del materiale pensato appositamente per le nostre Scuole Vela da One Ocean Foundation, che prende il nome di “Fiv Sustainability Kit” e a giorni, nella sezione formazione accessibile in rete verrà inserita una lezione “Train the trainer”, sempre creata da One Ocean Foundation volta a istruire i nostri tecnici su come trasmettere correttamente un comportamento ecosostenibile ai nostri giovani marinai».

Un volano per il turismo

Il rialzo dei contagi di questi mesi non sembra aver frenato la voglia di turismo in Italia, dalle città d’arte alla montagna, ma il mare in estate è sempre protagonista nella scelta dei turisti, italiani e non. Come può la vela contribuire da questo punto di vista?

«La vela oggi è prima di tutto una disciplina sportiva, ma anche una solida alternativa all’impiego del tempo libero e una risorsa importante per la salute della persona. Per capirlo è sufficiente affacciarsi su una delle tante spiagge o laghi d’Italia per accorgersi della moltitudine dei praticanti di windsurf o kitesurf, se non di vela tradizionale, oppure entrare in uno dei porti turistici e vedere il numero di barche a vela all’ormeggio. Il turismo nautico definito ecosostenibile ha visto da sempre la barca a vela come un mezzo idoneo per escursioni a tema ecologico, dove si unisce lo stare all’aperto con la convivialità, la conoscenza delle condizioni meteo con una sorta di “abitudine all’essenziale”.  Possiamo dire con certezza che molti si stanno avvicinando a questo sport per riuscire a carpirne quel fascino che tutti proviamo quando vediamo delle vele all’orizzonte, quindi un sogno e uno stile di vita che contemporaneamente diverte ed educa, impegna ma soprattutto coinvolge; sono tutte sensazioni che, causa Covid-19, abbiamo purtroppo dovuto sospendere e mettere “sottocoperta” ma che oggi sono tornate ad essere fondamentali per la scelta del tipo di vacanza alla quale si aspira».

La nascita dell’Osservatorio

Quello velistico sportivo è un giro d’affari importante: da poco avete creato un Osservatorio per monitorare i numeri di mercato. Quali sono i primi risultati?

«È un Osservatorio Nazionale e Regionale istituito in collaborazione con alcuni partner istituzionali e accademici con lo scopo di catalogare l’esattezza del valore economico generato dal nostro movimento sportivo. L’obiettivo che stiamo raggiungendo è quello di dimostrare il nostro contributo alla crescita economica legata ai flussi turistici e in chiave strettamente tecnica i numeri, già sorprendenti, sono il frutto di un coefficiente moltiplicatore delle persone coinvolte, delle giornate di sport e delle notti dormite. A livello nazionale, e ancora al netto di tutto il comparto amatoriale e diportistico di cui ci stiamo occupando solo da poco, ci siamo accorti che l’economia prodotta conta già numeri importanti che, ritengo, potranno essere presto oggetto dell’interesse dei maggiori stakeholder del mercato. Stiamo pianificando una data, agli inizi del prossimo autunno, per condividere i nostri numeri prima di tutto con la commissione governativa che si occupa di questo settore e poi diffonderli in via istituzionale».

Non solo sport e vendite però. Come si comporta il settore dal punto di vista occupazionale?

«L’occupazione nel settore velico è ampia e altamente inclusiva poiché le professionalità richieste sono molteplici; vanno dai semplici ma importanti impieghi di forza lavoro, a vantaggio dei circoli nautici e velici, fino a posti oggi definiti evoluti come il settore del welcome, delle pubbliche relazioni, della comunicazione, della managerialità sportiva e, soprattutto, degli istruttori di vela. Federvela da tempo ha al suo interno un settore ‘Formazione’ altamente specializzato che costantemente opera nella certificazione delle idoneità didattiche e formative, appunto. Possiamo sperare oggi che l’evoluzione della Legge sullo Sport e dei decreti attuativi accessori all’emanazione dell’ultimo Codice della Navigazione possano determinare un’attesa standardizzazione delle contrattualità professionali in uso al settore velico sportivo e velico diportistico. Per quello che ci riguarda e per quanto in nostro potere, stiamo facendo la nostra parte in modo concreto».

Non più uno sport per ricchi

Da sempre considerato uno sport per una fascia alta di popolazione, quanto costa in realtà praticare vela? Anche perché la Federazione spinge per allargare il più possibile il bacino d’utenza…

«La vela attraverso, molteplici iniziative culturali pregresse e in atto, sta finalmente penetrando in tutte le fasce sociali, quindi di età e di reddito, assumendo così piano piano ma sempre di più lo status di sport popolare, portando con sé un significato oltre che sportivo anche di benessere psicofisico e di conoscenza dell’ambiente in cui si svolge, come abbiamo detto. Praticare questa passione costa oggi, per un bambino o un adolescente, quanto andare in una palestra a praticare uno degli sport indoor. È vero che c’è stato un tempo dove il possesso del mezzo tecnico (la barca) faceva la differenza economica tra il nostro e gli altri sport ma questo limite è stato ormai abbattuto dalle stesse associazioni e società affiliate che negli anni hanno acquisito con risorse proprie le barche necessarie alla didattica ed all’inizio dei primi percorsi di pratica sportiva. È vero anche che l’accesso ai percorsi agonistici necessita quasi sempre di una imbarcazione propria, ma pensando alle discipline he ho citato poc’anzi devo dire che acquistare oggi una deriva (vela leggera) o una tavola kite o windsurf non costa più di una normale bicicletta per uso sportivo amatoriale. Il settore della navigazione di altura, specialmente, è costantemente alla ricerca della formazione di equipaggi per le tantissime manifestazioni in calendario, direi quindi che la pratica della vela è accessibile davvero a quasi tutti. Non solo la Federazione spinge per allargare il bacino di utenza, ma se pensiamo alle possibilità di noleggio o ad altre opportunità, è lo stesso mercato sportivo che si è accorto oggi della valenza delle nostre discipline avvicinandosi con una progressione importante e creando da solo le opportunità per le fasce sociali fino a oggi rimaste escluse».

Obiettivo: Olimpiadi di Parigi 2024

Si sono da poco conclusi i Giochi del Mediterraneo e per la spedizione azzurra è stata un’edizione da record «La squadra è stata accompagnata personalmente dal Presidente federale Francesco Ettorre – per evidenziare qual è stata l’importanza che abbiamo dedicato a questo evento – e torna dai Giochi di Orano in Algeria con un oro, due medaglie di argento e due di bronzo, vale a dire che tutte le classi veliche rappresentate hanno portato sul podio almeno un atleta. Questo ci dà la misura della competitività internazionale che stiamo dimostrando ma, al contempo, ci pone in una consapevolezza enorme sul percorso impegnativo da compiere per mantenere alto il livello degli atleti in progressione ai giochi olimpici di Parigi 2024, Marsiglia per la vela».

Alessio Incerti

Linkedin: Alessio Incerti

Twitter: @aleince7

Foto Copertina: Juan Carlos Pazos via Unsplash.com

Intervistato: Andrea Leonardi, Federvela