sabato, 27 Aprile 2024

Che cosa e chi c’è dietro la proprietà del Como (e delle altre di Serie B)

DiRedazione

16 Settembre 2022
Sommario

La squadra più ricca d’Italia è senza un allenatore. Dopo l’esonero di Giacomo Gattuso per ragioni di salute, la proprietà indonesiana da oltre 40 miliardi di dollari pare pronta ad annunciare l’arrivo di Luca D’Angelo, ancora sotto contratto con il Pisa nonostante l’esonero a giugno. Proprio i toscani hanno fermato tutto: niente rescissione, D’Angelo non può allenare il Como. Una situazione di imbarazzo che congela le aspettative altissime di una società che punta alla B solo come tappa per la massima serie, ma si trova attualmente penultima tra i cadetti.
Questo però non cancella l’eccezionalità in positivo dell’aspetto economico: come sono arrivati due dei 100 uomini più ricchi del mondo a diventare presidenti di una squadra di serie B?

I fratelli Hartono: dai chiodi di garofano alla scalata bancaria

Se dovessimo tracciare una linea che porta alle fortune degli attuali proprietari del Como, sarebbe una linea di tabacco e chiodi di garofano che porta dal lago lombardo fino all’Indonesia del XIX secolo. Lì sono nate le kretek, sigarette ai chiodi di garofano che hanno reso i fratelli Hartono, proprietari del Como sino-indonesiani ormai oltre gli 80 anni di età, gli uomini più ricchi di Indonesia. Il più grande dei due, Michael Bambang, è il 64esimo uomo più ricco al mondo secondo Forbes, mentre Robert Budi si accontenta della 69esima posizione.
Insieme, i due valgono 42,6 miliardi di dollari. Le kretek spiegano solo in parte il loro percorso. Partiti da una fabbrica ereditata nel 1963 e superata una fase di ristrettezze economiche, i fratelli hanno stabilito un predominio su un mercato molto proficuo nel Sud-Est Asiatico e reinvestito i profitti in numerose altre attività: elettronica, proprietà immobiliari a Jakarta, e la scalata alla Bank Central Asia nel 1998, approfittando della crisi economica orientale che ha messo fuori gioco la famiglia Selim.

La Serie B dei magnati: il Como non è un’eccezione

I fratelli Hartono non sono i soli a possedere una squadra in Serie B pur non venendo dall’Italia o da paesi di grande storia calcistica. Le proprietà straniere in B sono 8: Parma, Spal, Genoa, Venezia, Pisa, Ascoli, Palermo e ovviamente il Como. Le prime quattro di queste appartengono a proprietari americani, spesso sotto forma di fondi azionari. Il Palermo è nella galassia del Manchester City e ha recentemente raccolto il primo prodotto tecnico della proprietà mediorientale sotto forma di Claudio Gomes, arrivato proprio dall’under 23 della squadra di Guardiola.
Gli Hartono, però, hanno preso il Como nel 2019, quando era appena tornato in Serie C dopo il fallimento di due anni prima. Un percorso che in tanti aspetti riflette quello della loro azienda madre, la Djarum. Una fabbrica distrutta da un incendio poco dopo la morte del padre, rilanciata dalle ambizioni dei due fratelli e diventata rampa di lancio per la già citata scalata dei due fratelli alla Bank Central Asia. Lì gli Hartono sono diventati ricchi per davvero. Oggi il Como è la proprietà più abbiente del calcio italiano, e ad amministrare la squadra c’è un ex-calciatore del Chelsea, Dennis Wise.

Dagli Hartono a Fabregas e Henry: gli altri investitori del Como

Probabilmente è proprio il nome dell’ex-nazionale inglese Wise che ha convinto il mondo calcistico che le intenzioni dei fratelli indonesiani fossero serie. Certamente, da lì, il progetto ha attratto altri due investitori che hanno giocato a calcio in Inghilterra e a Londra, anche se non solo per il Chelsea. Il nome più illustre è certamente quello di Thierry Henry, azionista di minoranza che, dopo gli anni da stella di Arsenal e Barcellona, si diletta come opinionista in UK e secondo di Roberto Martinez nella nazionale belga. Il francese si limita a investire sui lariani, però, mentre un suo ex-compagno proprio ai Gunners, Cesc Fabregas, ha scelto una partecipazione più diretta: investitore e calciatore, con un contratto da un milione netto all’anno per due stagioni.
Tra le ambizioni dei nuovi proprietari, ovviamente, la promozione in Serie A, ma anche l’ammodernamento dello stadio Sinigaglia: solo qualche mese fa il sindaco di Como Alessandro Rapinese ha ricevuto il presidente Wise per parlare di un progetto che include aree commerciali e un incremento dei posti a sedere.
I fratelli Hartono, partiti dalle sigarette con chiodi di garofano e arrivati alle liste Forbes, non hanno ancora smesso di sognare in grande.

Marco Catanzaro