lunedì, 29 Aprile 2024

Tennis: Internazionali d’Italia da record

Sommario
Tennis

La stagione del tennis entra nel vivo. Wimbledon è alle porte, il Roland Garros appena concluso e il successo dei tornei trascina questo sport. Gli anni della pandemia sono alle spalle, con le manifestazioni che macinano record di spettatori e fatturato, aumentando i premi degli atleti.

Gli Internazionali BNL d’Italia non fanno eccezione: si sono distinti per incasso, spettatori e impatto economico, facendo segnare cifre record. Nuove vette che ricadono su tutto il movimento, e permettono all’organizzazione di investire sulle strutture del Foro Italico. Intanto, però, il movimento continua a essere diviso, senza un riferimento unitario che permetta di trattare con gli sponsor.

ATP, WTA, Coppa Davis e Grandi Slam si muovono in ordine sparso, indebolendo il potere contrattuale nei confronti di chi vuole scommettere sul tennis. Uno spreco di opportunità per uno sport con un pubblico vastissimo e eterogeneo al suo interno, in particolar modo tra i sessi.

Tennis: uomini vs donne

Che però non sembra trattare in ugual modo gli stipendi di tenniste e tennisti. Se si mettono da parte i guadagni astronomici dei grandi nomi, il tennista professionista medio fatica a sopravvivere. Anche tra i migliori 500 del mondo, più di 100 uomini guadagnano meno di 50 mila dollari lordi l’anno, mentre tra le donne la situazione è anche peggiore. Più di una su cinque tra le migliori 500 guadagna meno di 25 mila dollari l’anno, e la maggior parte non arriva a 100 mila. Questo senza contare le spese di viaggio, che sono spesso a carico dell’atleta stesso.

Un’edizione record

Eppure i soldi sembrano esserci, eccome. Il 2023 è stato l’anno della definitiva rinascita dopo la pandemia da Covid-19 per gli Internazionali BNL d’Italia. Si tratta di uno dei tornei più importanti del tennis, parte dei circuiti ATP Tour Masters 1000 e WTA 1000. Questa categoria di eventi è seconda soltanto ai quattro Grandi Slam e alle ATP Finals sia come prestigio sportivo sia come montepremi per gli atleti che vi partecipano.

È inoltre l’evento tennistico più importante a svolgersi regolarmente sul nostro territorio nazionale, superato in questi anni soltanto dalle Finals, che Torino si è aggiudicata fino al 2025, ma che cambiano sede ogni cinque anni.

L’edizione del 2023, durata 11 giorni dal 10 al 21 maggio, è stata l’ottantesima nella storia del torneo. Con un montepremi di oltre 7,7 milioni di euro per il torneo maschile e più di 3,5 milioni di euro per quello femminile. Nonostante il meteo non abbia aiutato, dati i rovesci che hanno interessato Roma specialmente nelle ultime giornate dell’evento, è stato un successo che ha fatto segnare record inauditi.

I numeri del torneo

La Federazione Italiana Tennis e Padel, organizzatrice in collaborazione con il Comune di Roma, ha affidato alla società di analisi Ernst & Young uno studio che ha sottolineato il successo economico della manifestazione sotto tutti i punti di vista. I biglietti venduti nei dieci giorni in cui si sono svolti i match sono stati 298 mila. Un aumento di oltre 60 mila unità rispetto al dato, già da primato, del 2022, fermo a 235 mila ticket venduti. Non si tratta rappresenta soltanto di una nuova vetta per il torneo, ma anche di una significativa accelerazione nella crescita, se paragonata a quella del periodo precedente alla pandemia.

E gli spettatori non provengono solo da Roma o dall’Italia. Tenendo fede al loro nome, gli IBI si sono dimostrati un torneo autenticamente  internazionale, con un 26% di presenze dall’estero. Il resto del pubblico è diviso tra i romani, che rappresentano ancora ben il 20% della platea del torneo, e la parte maggioritaria, proveniente dal resto d’Italia, che compone il rimanente 54%.

Questi numeri significano ricadute, dirette e indirette, su Roma, sull’Italia e sul sistema tennistico del nostro Paese. L’incasso dei biglietti ha sfiorato i 20 milioni di euro, fermandosi a 19 milioni e 950 mila, facendo comunque segnare un record sui 16 milioni dell’anno scorso. Un aumento, praticamente il 25% in più, che va ben oltre il semplice ritorno del pubblico sugli spalti dopo la fine delle restrizioni contro il Covid-19.

L’analisi di EY rivela però anche un’ipotesi di impatto economico sulla città intera, tra diretto e indotto. Il totale sfiora la cifra esorbitante di mezzo miliardo di euro, fermandosi a oltre 490 milioni. Buona parte è incasso diretto, proveniente da spettatori e sponsor, per circa 220,4 milioni di euro. Quello indiretto invece sfiora i 185 milioni, mentre l’indotto arriva a superare gli 85 milioni di euro.

Un successo confermato anche dalla copertura capillare dell’evento da parte dei media. Gli incontri sono stati trasmessi in streaming e in televisione in oltre 50 paesi e 220 territori nel mondo. L’attenzione del pubblico si rivela anche attraverso l’analisi dei numeri relativi ai nuovi media, in particolare ai canali social del torneo. Rispetto all’anno precedente, le visualizzazioni dei contenuti sono cresciute del 53%, raggiungendo i 72,5 milioni.

Le interazioni generate hanno avuto un picco del 75% rispetto a quelle registrate per il 2022, mentre fan e follower su tutte le pagine di social network sono cresciute di quasi il 15%. Il totale finale parla di 6,2 milioni di pagine visitate, mezzo milione di utenti unici, quasi raddoppiati rispetto all’anno scorso, e un’incremento dei download dell’applicazione dedicata al torneo del 35%.

Poche quindi le macchie su un’annata quasi perfetta. Tra queste la pioggia, che ha interessato le ultime giornate del torneo e che ha possibilmente frenato i numeri degli spettatori in alcuni degli eventi più importanti. Si è però verificata, durante i primi giorni della manifestazione, anche una piccola polemica che riguardava il campo centrale, la Grand Stand Arena 125, dove si tengono di giorno in giorno i match di più alto profilo.

Durante le giornate inaugurali, anche negli incontri che vedevano impegnati tennisti famosi, tra cui l’italiano Jannik Sinner, che doveva essere l’idolo di casa, alcune parti degli spalti erano visibilmente vuote. Sui social la colpa è stata data ai prezzi, ritenuti troppo alti, che partivano dai 90 euro del primo giorno fino a toccare i 260 per la finale. Questa è andata però sold out, e gli incassi totali hanno ridimensionato le critiche.

Questi risultati permettono alla FITP di guardare con ottimismo al futuro. In particolare, l’obiettivo è aumentare il prestigio degli Internazionali e migliorare l’esperienza degli spettatori che prendono parte ai match del Foro Italico. Proprio il campo centrale sarà protagonista di una riqualificazione, nell’ambito di quelle già applicate negli ultimi anni all’intero complesso. L’obiettivo è di realizzare una copertura per l’arena entro il 2026, che permetta non solo di mettere le partite più importanti al riparo dalle precipitazioni, ma anche di sfruttare l’arena tutto l’anno.

Cifre da slam

Eppure, le vette del tennis mondiale sono ancora molto lontane. I quattro tornei che rappresentano il sogno di ogni atleta, Australian Open, Roland Garros, Wimbledon e US Open, sono, letteralmente e figuratamente, in un’altra categoria. I primi due si sono già svolti, l’uno a gennaio e l’altro all’inizio di giugno. Per rappresentarsi la distanza dai normali tornei ATP basta guardare al montepremi che queste due competizioni mettono in palio.

Il primo totalizza 76 milioni di dollari australiani, circa 47 milioni di euro. Un record assoluto perfino per i Grand Slam. Ha retto però soltanto sei mesi, finché gli Open di Francia hanno messo in palio in totale 49 milioni di euro.

Anche per gli Australian Open, l’edizione del 2023, la 111esima, è stata un evento epocale. Le premesse erano tutte a favore, a partire appunto dal montepremi record messo in palio. Gli spettatori hanno risposto con una partecipazione mai vista. Quasi 840.000 persone hanno assistito alle gare, un aumento di 30.000 unità sull’ultimo anno prima delle restrizioni dovute alla pandemia, che in questo caso, svolgendosi il torneo a gennaio, era il 2020.

Se a questi si aggiungono gli oltre 60 fan che hanno assistito alla Qualifying Week del torneo, si arriva a oltre 900 mila biglietti venduti. Un primato assoluto che ha reso il grande slam australiano di gran lunga il più partecipato tra i quattro grandi eventi del tennis internazionale. Una manifestazione di proporzioni enormi, tanto che buona parte dei fan rimasti fino al giorno della finale, circa 45 mila, hanno assistito al match fuori dall’arena, dai maxischermi montati a Melbourne Park.

Un successo di pubblico che si è trasformato, per la città di Melbourne che ospitava l’evento, in ricadute importanti sull’economica locale. La sola spesa diretta, senza contare quella dei biglietti, che i fan hanno riversato sulla città e sulla regione è di 417 milioni di dollari, un aumento del 25% sul 2020. Il 75% di questi soldi è andato alla ristorazione e all’accoglienza, alleviando la sofferenza degli anni di pandemia.

Anche il Roland Garros, torneo francese che si svolge all’inizio di giugno, ha fatto registrare un aumento delle presenze, testimoniando l’interesse crescente per il tennis nel mondo. 613 mila biglietti venduti e record di incassi a coprire il montepremi più alto mai offerto da un evento tennistico: 49 milioni di euro. Un successo che si è trasferito anche alle trasmissioni televisive.

Circa 40,5 milioni di persone, secondo France Télévision, hanno guardato da casa gli incontri nei paesi in cui erano trasmessi. In Francia, la manifestazione ha monopolizzato gli ascolti, con il 42% di share fatto registrare dalla finale del singolo maschile, per una media di 4,8 milioni di spettatori e un picco di 6,5 milioni. È quindi probabile che l’edizione 2023 abbia superato i 240 milioni di proventi diretti fatti registrare prima del Covid-19.

Dal 3 luglio porte aperte del terzo Grande Slam, il torneo di Wimbledon, in Inghilterra. Terzo evento e terzo record di montepremi, che in questo caso ammonta a 44,7 milioni di sterlina, circa 52 milioni di euro, a superare entrambi i tornei precedenti. Le premesse, però, spaventano gli organizzatori. La manifestazione sarà allungata a due settimane, un giorno in più del programma tradizionale. Grazie a questa scelta ha fatto segnare un record di 515 mila biglietti venduti, battendo di 4000 unità il precedente segnato nel 2009.

Ma questo dato non rassicura, dato che le aspettative erano molto più alte. All’appello mancherebbero circa 25 mila biglietti, con le giornate inaugurali a deludere più delle altre. Specie dopo i risultati degli altri tornei, la pressione sugli organizzatori per coprire questa distanza tra aspettative e realtà è alta. 

Le presenze ai grandi tornei sono testimoni delle stime che vogliono il tennis come il terzo sport più seguito al mondo. Oltre un miliardo di fan guarderebbero ogni anno eventi e finali, trainati soprattutto dai grandi nomi individuali, che creano personaggi spendibili a livello di marketing. Veri e propri artisti della racchetta come Federer, Nadal e Djokovic attraggono verso la disciplina milioni di persone. Ben tre milioni di italiani praticano lo sport, e la risposta di pubblico agli Internazionali BNL d’Italia rappresenta una garanzia per la passione nazionale per questo sport.

Una delle unicità che consentono al tennis di attrarre tanti fan è che, a differenza di altri sport, non ci sono quasi divergenze di genere all’interno della platea che segue le competizioni. La divisione è praticamente perfetta a metà, 50% uomini e 50% donne. Le percentuali di seguito femminile del calcio o di altri sport che tendono ad attrarre un pubblico prettamente maschile sono invece irrisorie.

Un contesto diviso

Con queste premesse, ci si aspetterebbe che il tennis occupi il terzo posto anche nella classifica degli sport più redditizi. Questo grazie anche al vantaggio del pubblico diversificato. Invece genera appena 2,3 miliardi di dollari l’anno, meno non solo di calcio e basket, che lo precedono anche in termini di pubblico, ma perfino di altre competizioni meno popolari.

Football americano, golf, rugby, baseball e cricket registrano ogni anno entrate maggiori. Questo nonostante limitazioni dovute sia al pubblico quasi esclusivamente maschile sia alla regionalità di alcuni di questi sport. (Il Football Americano è seguito praticamente soltanto negli USA, così come il baseball che ha l’eccezione del Giappone, mentre il cricket fatica ad affermarsi fuori dal sud est asiatico).

Sembra un controsenso, ma la ragione è da ricercarsi nella divisione delle organizzazioni che governano il tennis mondiale. Una federazione mondiale di tennis, a ben guardare, esiste, è la International Tennis Federation, ma è lontana da organi come la FIFA per il calcio. La ITF ha poco o nulla  a che fare con i tornei più famosi, ma organizza invece la Coppa Davis, maschile e femminile, e i tornei olimpici. Si occupa quindi delle competizioni a squadre, in cui si sfidano le nazionali. Sono eventi prestigiosi, ma hanno la sfortuna di limitare lo spazio dei singoli atleti, che sono il vero magnete di pubblico del tennis.

La distinzione tra giocatori e giocatrici fatta per la Coppa Davis può sembrare ridondante. La realtà però è che la divisione tra sessi, nel tennis, è anche politica. I due circuiti, appunto maschili e femminili, che determinano chi siano i migliori tennisti del mondo non hanno nulla a che fare l’uno con l’altro. Da una parte gli uomini fanno riferimento alla ATP (Association of Tennis Professionals), dall’altra le donne partecipano agli eventi WTA (Women’s Tennis Association). Anche se, come nel caso degli internazionali d’Italia, i tornei possono essere concomitanti, le due associazioni trattano con gli sponsor separatamente.

Infine ci sono i quattro Grandi Slam. La loro organizzazione rappresenta perfettamente la frammentazione politica del tennis. Ogni torneo è un organo a sé stante, in coesistenza, ma anche in competizione con gli altri, come dimostra la gara al rialzo dei premi in denaro di quest’anno. Australian Open, Roland Garros, Wimbledon e US Open vanno ognuno per la propria strada, e questo ha un impatto economico rilevante. Gli sponsor, ma soprattutto le emittenti televisive, che in altri ambiti sono fondamentali per il sostentamento di squadre e atleti, hanno così maggiore potere contrattuale e possono acquistare spazi pubblicitari e diritti di trasmissione al ribasso. ©

📸 Credits: Canva

Attento alle tendenze e profondo conoscitore della stampa estera, è laureato in Storia del giornalismo all’Università degli Studi di Milano. Dinamico, appassionato e osservatore acuto, per il Bollettino si occupa principalmente del mondo dello sport legato a quello finanziario e del settore dei videogiochi, oltre che delle novità del comparto tecnologico e di quello dell’energia.