Lamentano difficoltà nello svolgere la propria professione 9 lavoratori autonomi su 10. Le problematiche maggiori riguardano: il carico burocratico (26% dei casi), l’instabilità degli incarichi (22%), il ritardo dei pagamenti (20%) e l’assenza di reddito in caso di malattia o infortunio (5%). È quanto emerge dall’analisi della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro. Allora perché in Europa siamo secondi solo alla Grecia per l’alta percentuale di freelance? È evidente che non si tratti per tutti di una libera scelta, ma dettata da fattori esterni.
Il lavoro autonomo italiano
I lavoratori indipendenti in Italia sono 1 su 5, il 20%: poco meno di 5 milioni di persone. La loro percentuale è diminuita negli anni, ma ne è cambiata la composizione. Negli anni Novanta, come documentato dall’Istat, erano 1/3 degli occupati; all’inizio del 2000 1/4 e nel 2022 si sono ridotti a poco più di 1/5. La flessione più evidente si è registrata nel numero di imprenditori, artigiani, commercianti, agricoltori. La quota di liberi professionisti (avvocati, medici, commercialisti, ecc.) è rimasta invariata.
La zona grigia dei monocommittenti
Sono invece destinate ad aumentate quelle che volgarmente vengono definite le finte partite IVA. Un fenomeno dove il confine tra lavoro autonomo e dipendente è impercettibile. In questi casi gli indipendenti operano per un solo committente, non hanno autonomia nella gestione della propria attività, sono assoggettati ai turni di lavoro in azienda, però non godono delle tutele dei colleghi assunti a tempo determinato o indeterminato. Eurofound (Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro) nel report Self-employment in the EU denuncia come questo genere di impiegati abbiano il doppio delle probabilità di avere difficoltà ad arrivare a fine mese, meno prospettive di carriera e operano con richieste che sottopongono a un elevato carico di stress.
Redditi e Certificazione Unica
Lavoratori autonomi e dipendenti, devono oggi ricordare che il termine ultimo per richiedere la Certificazione Unica 2024 scade tra meno di una settimana: il 18 marzo 2024 (era previsto al 16 marzo però è stato prorogato). Entro questa data i sostituti d’imposta dovranno trasmettere in via telematica all’Agenzia delle Entrate i salari, provvigioni e parcelle pagate all’occupato. Per chi percepisce redditi esenti o non dichiarabili invece, il 22 febbraio la scadenza è stata posticipata al 31 ottobre 2024. ©
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