A provare a quantificare questa esplosione di sentimenti positivi è un team di ricerca guidato dall’Università di Oxford sponsorizzato dalle Nazioni Unite. E allora, chi sono i Paesi più felici? Secondo i dati, in cima a questa speciale classifica si collocherebbe la Finlandia, seguita a ruota da Danimarca e Islanda. Questo podio coincide anche con le Nazioni più ricche? Un rapido raffronto del nostro dato con quello del PIL pro capite sembrerebbe proprio indicare di sì.
I ricchi sono più felici
Delle prime 30 posizioni del ranking di felicità, 23 sono occupate da Paesi nella top 30 per ricchezza pro capite. Ancora più forte è la correlazione se si espande il campo, con 41 posizioni sulle prime 50 occupate da Paesi tra i 50 più ricchi al mondo. Risultati analoghi anche se si guarda ad altri parametri: il reddito mediano, considerato un indicatore più accurato del PIL per determinare il tenore di vita dell’individuo tipo, per esempio. Anche qui, la correlazione è chiarissima.
I poveri di meno
Al contrario, se andiamo ad analizzare gli strati più bassi della classifica, osserviamo come vi sia una corrispondenza abbastanza accurata tra infelicità e povertà. 39 dei 50 Stati più infelici al mondo fanno anche parte dei 50 più poveri per PIL, 36 dei 50 col più basso reddito mediano. In sostanza, l’equazione soldi=felicità sembrerebbe ampiamente confermata. Ma è sempre vera? Alcune eccezioni sono abbastanza eclatanti: il Libano, ad esempio, nonostante abbia un reddito mediano non bassissimo, quasi uguale a quello della Romania (7.712 contro 7.731), è il Paese più infelice al mondo: si ferma appena a 2,7. In compenso, il Costa Rica, dodicesimo Paese più felice al mondo, è 48esimo per reddito mediano e 50esimo per PIL pro capite.
Una correlazione imperfetta
Guardare ai grafici a dispersione ci aiuta a inquadrare meglio la situazione.


Come possiamo vedere, la correlazione è evidente, ma soprattutto nella parte sinistra dei grafici. La conseguenza è significativa: la felicità è direttamente proporzionale al reddito solo fino a un certo livello di ricchezza. Oltre, la curva si appiattisce sostanzialmente, venendo influenzata da altri fattori. Se ad esempio aumentiamo il reddito di uno degli ultimi Stati in entrambe le classifiche, lo Zambia, di poco più di mille dollari l’anno, troviamo il Sud Africa, con un aumento dei livelli di felicità di ben 2 punti su dieci. Compiendo un’analoga operazione nella parte più alta della curva, per esempio tra Spagna e Italia, non solo non aumentiamo i livelli di felicità, ma li vediamo diminuire lievemente, da 6,4 a 6,3.©
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