Maschio, tra i 30 e i 59 anni, sposato e con figli. Questo il profilo medio del trader italiano che emerge dal sondaggio di Deraweb su un campione di 10mila intervistati.
Il background del trader italiano
Il 59% dei trader intervistati è laureato. La Regione con la più alta concentrazione di trader è la Lombardia (24%). Seguono Emilia-Romagna, Veneto, Lazio e Piemonte. Chi eccelle nel trading ha un reddito che si aggira tra i 30 e i 50mila euro all’anno e nel 74% dei casi possiede la casa di proprietà. Non c’è un unico settore di provenienza. Nel 13% dei casi è l’informatica, poi commerciale nell’8% e sanità nel 6%. Il calcio è la principale passione sportiva e i quotidiani economici sono quelli più letti.
Cosa fanno i trader?
Comprare e vendere strumenti finanziari con il fine di ricavarne un utile è l’obiettivo principale. Questi operatori hanno modo di scegliere l’asset su cui operare: dalle valute (forex), alle obbligazioni (bonds), dai titoli azionari (stocks), agli indici di borsa (indexes), fino a materie prime (commodities) e criptovalute. Il trader specula sul prezzo di un asset, quindi cerca di ottenere un profitto dai mercati. Per questo, i rischi non mancano mai.
Le modalità di trading
Si possono distinguere 4 stili principali:
- Trading di posizione: poco frequente, 4/5 posizioni all’anno, mantenimento delle posizioni estremamente lunga, da mesi ad anni.
- Swing trading: 5/10 operazioni al mese, mantenimento delle posizioni da un giorno a qualche settimana al massimo.
- Day trading: attività frequente, ogni giorno si fa qualche transazione, mantenimento delle posizioni all’interno dell’arco della giornata, non si mantengono le posizioni overnight.
- Scalping: molto frequente, si possono fare anche oltre 100 operazioni al giorno mantenendo la posizione per secondi o minuti.
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