Come sarà in futuro il Mercato del lavoro italiano? I più recenti dati ISTAT fanno ben sperare. Ma come evolverà il quadro, in peggio o in meglio? Al momento il tasso di occupazione è tra i più alti mai registrati, a quota 62,3%. Cala la disoccupazione, che scende al 6,2. Ma c’è da cantare vittoria? I numeri nascondono alcune criticità. In primis perché pur crescendo gli occupati, restano fuori i lavoratori nella fascia 35-49 anni, tra cui l’occupazione è in calo. E i senza lavoro under 29 sono ancora al 18,3. Per immaginare cosa ci aspetta ci sono almeno cinque incognite da tenere sott’occhio.
1. L’intelligenza artificiale
Esisteva da tempo ma l’effetto dirompente è arrivato con l’AI generativa. Si perderanno posti di lavoro? Non è detto. Secondo la Rilevazione sulle forze di lavoro Istat del 2022, oltre sette lavoratori su dieci (circa 15 milioni su 21,5) ne saranno potenzialmente interessati. Ma oltre un terzo dell’intera platea, circa 7 milioni, avrà un rischio “elevato” di sostituzione.
2. Lo smartworking
Da Amazon è arrivato un clamoroso passo indietro, con l’annuncio che l’inizio del 2025 segnerà il rientro per tutti in sede. Nel frattempo in Italia nel 2023 i lavoratori agili complessivi risultano 3,58 milioni, in crescita rispetto ai 3,57 del 2022. Rispetto a prima della pandemia il dato è pari a +541% (Osservatorio Smart Working).
3. La produttività
È da sempre la Cenerentola del Mercato del lavoro italiano. Il valore indica quanto PIL viene prodotto in un’unità di tempo. Nel periodo 1995-2022, la produttività del lavoro in Italia è salita dello 0,4% (ISTAT), inferiore a quella sperimentata nel resto d’Europa dove si è registrato il +1,6%. Superano il nostro Paese Francia (1%), Germania (1,3%) e Spagna (+0,6).
4. La competitività
Come sta l’economia italiana nel suo complesso? È questo che valuta la competitività. Il PIL italiano in termini reali è cresciuto nel 2023 dello 0,9%, sostenuto dagli investimenti (+1) e dai consumi finali delle famiglie (+0,7). Ma a preoccupare sono altri dati, per esempio le importazioni, cadute sia in valore (-10,4%) sia in volume (-1,5), stando al Rapporto Competitività ISTAT del 2024.
5. Il decentramento
La legge sull’autonomia differenziata consente alle Regioni di gestire autonomamente 23 materie. Ma quali saranno gli effetti sul lavoro? Il rischio è che la competenza legislativa su alcune materie fino a oggi di competenza concorrente sia completamente attribuita alle Regioni.