La sostenibilità è oggi una priorità che coinvolge ogni settore dell’economia globale, incluso il Mondo dello sport. Non poteva non avere un ruolo centrale il calcio, considerando il suo sempre più importante impatto a livello mediatico, economico e sociale. Non a caso, è ormai da anni chiamato a intervenire per diventare un modello virtuoso, capace di integrare pienamente i principi ESG nella propria governance, nelle strategie di business e nel rapporto con i propri stakeholder.
«Per noi la sostenibilità non è un costo, ma un vero investimento sul futuro» dice Valentina Vanicore, Football Social Responsibility Officer del Bologna FC 1909.
Ormai ogni club calcistico— dai top team dei più importanti campionati alle piccole realtà di provincia — ha iniziato a sviluppare progetti strutturati e orientati alla sostenibilità, spinto non solo da considerazioni etiche ma anche, e soprattutto, da esigenze economiche e reputazionali. La transizione ecologica non è infatti più considerata un semplice obbligo per rientrare in determinati paletti imposti dalle istituzioni, ma una vera e propria opportunità di investimento che comporta riduzioni nei costi operativi, l’accesso a nuove fonti di finanziamento e l’attrattività per nuovi investitori e sponsor. Ma non solo, perché il sentiment dei tifosi e il loro engagement risulta essere sempre più proattivo quando il tema legato alla sostenibilità assume un ruolo di rilievo.
Anche gli impianti sono inclusi nella transizione. Uno stadio sostenibile, per fare un esempio, non può più venire considerato un mero simbolo di attenzione all’ambiente, ma anzi un’infrastruttura più efficiente, con consumi ridotti, minori costi di gestione e una maggiore attrattività per eventi extra-sportivi. Al tempo stesso, sempre più realtà decidono di investire in progetti di economia circolare come la produzione di maglie da gioco a partire da plastica riciclata o il riutilizzo dei materiali di scarto.
Dal punto di vista strettamente finanziario, la sostenibilità nel calcio è ormai centrale anche nell’ambito della rendicontazione e della valutazione delle performance. Le società calcistiche, in particolare quelle quotate in Borsa o interessate a ottenere licenze UEFA, stanno implementando bilanci di sostenibilità, indicatori di impatto ambientale e sociale, oltre a strumenti di misurazione non finanziari che integrano i tradizionali Key Performance Indicators economici. Un’evoluzione che non è solo una risposta alle pressioni normative, ma riflette anche un cambiamento culturale.
Ci sono poi le istituzioni calcistiche, sia nazionali che internazionali, spinte a promuovere efficacemente la transizione sostenibile lavorando con club e professionisti. In prima fila c’è la UEFA che, tramite regolamentazioni dedicate, ha inserito alcuni criteri di sostenibilità all’interno dei suoi requisiti, per fornire le concessioni delle licenze ai club, oltre ad aver avviato progetti pilota volti a misurare l’impatto ambientale delle sue principali competizioni a livello internazionale. Per ciò che riguarda le leghe nazionali, molte di queste hanno già avviato programmi di sensibilizzazione, di formazione e di supporto tecnico per aiutare le società a strutturare dei percorsi di sostenibilità.
In un contesto di questo tipo, inevitabilmente il calcio italiano e la Serie A sono chiamate a fare un passo in avanti. Una delle realtà più attente alle tematiche di sostenibilità è il Bologna FC 1909. «Abbiamo adottato una strategia di sostenibilità con orizzonte 2030, in linea con la Strategia di Sostenibilità UEFA, Lega Serie A e FIGC. Stiamo lavorando su diversi fronti: dal punto di vista ambientale, stiamo potenziando la raccolta differenziata, sviluppando progetti di economia circolare e preparando altre iniziative che presto comunicheremo ufficialmente».
«Sul piano sociale, investiamo con convinzione nel territorio e nei giovani, rafforzando il nostro legame con la comunità. Operiamo prevalentemente a livello locale e crediamo sia fondamentale creare e sostenere progetti che abbiano un impatto positivo su di esso, rispondendo ai bisogni e valorizzando il nostro legame con la città e la regione. Per quanto riguarda la sostenibilità economica, la nostra strategia punta su una gestione responsabile e sullo sviluppo delle nostre risorse interne, per garantire la crescita del club senza squilibri finanziari».
La UEFA sta introducendo sempre più regolamenti legati alla sostenibilità. Come vi state adeguando a queste normative?

«La UEFA sta introducendo regolamenti più stringenti in materia di sostenibilità, e come Bologna ci stiamo adeguando con un approccio strutturato e proattivo. Abbiamo definito una strategia con orizzonte 2030 che integra le principali aree di intervento richieste: ambiente, sociale ed economico. Stiamo lavorando per implementare progetti specifici in ambito ambientale e, allo stesso tempo, consolidiamo il nostro impegno sociale attraverso programmi territoriali dedicati.
Parallelamente, stiamo rafforzando i nostri processi interni per essere conformi agli standard UEFA, sia a livello di governance della sostenibilità sia nella pianificazione delle attività future. L’obiettivo è non solo rispettare le nuove normative, ma anche costruire un modello di gestione che renda la sostenibilità parte integrante della nostra crescita sportiva ed economica».
Il Bologna quest’anno è tornato in Champions League dopo moltissimo tempo. Questa partecipazione ha portato nuove iniziative di sostenibilità?

«Abbiamo partecipato alla fase campionato della nuova Champions League, traendone un’esperienza straordinaria, non solo dal punto di vista sportivo, ma anche organizzativo e culturale. Durante questa avventura, abbiamo avuto la possibilità di seguire la squadra in due delle quattro trasferte, visitando gli iconici stadi del Liverpool e del Benfica e confrontandoci direttamente con i nostri omologhi dei rispettivi club. È stata un’occasione preziosa per scambiare idee, condividere buone pratiche e capire come realtà di altissimo livello affrontano tematiche fondamentali come la sostenibilità.
Questi incontri ci hanno permesso di imparare molto e di conoscere il punto di vista di altri Paesi su questi temi. In particolare, sono rimasta colpita dalla gestione dei rifiuti all’interno dello stadio di Anfield, casa del Liverpool. Una raccolta differenziata estremamente efficiente che si integra con progetti di economia circolare, mostrando come ogni elemento possa essere reintrodotto nel ciclo produttivo. Allo stesso modo, lo stadio del Benfica si distingue per il rispetto di numerosi standard di sostenibilità ambientale, dimostrando un impegno concreto e innovativo.
È un processo di crescita continua: il dialogo con altri club europei ci permette di guardare oltre i nostri confini. E di adottare soluzioni che migliorano non solo il nostro impatto ambientale, ma anche il modo in cui coinvolgiamo i nostri tifosi su questi temi. Partecipare alla Champions League significa anche questo: imparare, evolvere e ispirarsi ai migliori».
Il progetto delle magliette realizzate con bottiglie di plastica riciclata ha destato grande interesse. Come è nata questa idea?

«Lo spunto è venuto, nella stagione 2021/22, dal nostro partner tecnico Macron, che abbiamo subito sposato con entusiasmo. È stato un passo importante per integrare ancora di più la sostenibilità nelle nostre attività quotidiane e nella nostra identità visiva. A partire dalla stagione successiva, abbiamo esteso questa scelta a tutti i kit di gara. Realizzando non solo le maglie, ma anche i pantaloncini con materiali provenienti dal riciclo della plastica.
Abbiamo ricevuto un riscontro molto positivo da parte dei tifosi, che hanno apprezzato sia il valore simbolico di questa iniziativa sia l’impegno concreto del club verso pratiche più sostenibili. Il progetto rappresenta per noi un modo concreto per contribuire al rispetto dell’ambiente, mantenendo sempre alta l’attenzione alla qualità e all’identità del Bologna».
Quanto è importante il coinvolgimento dei tifosi nei progetti di sostenibilità del club?
«Noi vediamo il tifoso come cuore pulsante della nostra identità. Per questo abbiamo scelto di mettere in campo progetti specifici per accompagnare i supporter rossoblù in tutte le fasi della loro vita. Nel 2025 abbiamo lanciato “Sin dall’inizio Forza Bologna”, un’iniziativa che celebra ogni nuovo nato con il dono simbolico della maglia ufficiale. Da tempo, inoltre, coltiviamo l’entusiasmo dei più piccoli attraverso il Kids Club, attivo dal 2018. Pensato per farli sentire parte della nostra famiglia e per avvicinarli al mondo del calcio con attività educative e divertenti.
Per i più giovani, dal 2016 portiamo avanti il progetto “Il Dall’Ara racconta”, con visite guidate allo stadio dedicate agli studenti delle scuole elementari, medie e superiori. Che ricevono anche i biglietti per assistere a una partita successiva, rendendo l’esperienza ancora più speciale. Guardiamo anche agli universitari. Ogni anno mettiamo a disposizione due borse di studio per il Master di primo livello in Comunicazione e Marketing dello Sport, organizzato con l’Università di Bologna. Offrendo ai vincitori l’opportunità di svolgere uno stage nella nostra società, in ambiti coerenti con i loro percorsi formativi. Infine, con il Senior Club ci rivolgiamo ai nostri tifosi over 65, creando occasioni di socialità, coinvolgimento e valorizzazione del loro legame storico con la società».
Le istituzioni vi supportano in modo adeguato nelle vostre iniziative Green?
«Dimostrano grande attenzione a tutti i livelli nei nostri confronti e ci supportano nel portare avanti le nostre iniziative di sostenibilità. La città di Bologna, in particolare, riconosce al club un ruolo che va oltre il campo, come riferimento anche sociale e culturale. Questo ci responsabilizza ulteriormente e ci spinge a lavorare costantemente per rafforzare il nostro impegno. Con le istituzioni locali, come il Comune, il dialogo è continuo e collaborativo. Riceviamo strumenti e competenze utili per ampliare la portata dei nostri progetti Green.
A livello nazionale e internazionale, attraverso FIGC, Lega Serie A e UEFA, troviamo non solo linee guida e stimoli, ma anche un supporto concreto. Con FIGC e Lega Serie A, in particolare, abbiamo uno scambio diretto e costante di informazioni. Che ci aiuta a strutturare al meglio ogni iniziativa legata alla sostenibilità e ci consente di sentirci accompagnati in ogni fase dei nostri progetti. Un ruolo fondamentale lo giocano anche le realtà del terzo settore che collaborano con noi. Per raggiungere direttamente chi ha più bisogno e rendere più concreto il nostro impatto.
Quello che trovo più significativo è che Bologna, come città e come comunità, crede davvero nella forza della collaborazione e nel valore di fare rete. Questo spirito si riflette nel nostro lavoro quotidiano e ci permette di costruire progetti condivisi basati sulla fiducia reciproca».
Gli sponsor sono sempre più attenti ai temi ambientali. Avete notato un maggiore interesse da parte di aziende che vogliono legarsi a un club con una forte identità sostenibile?
«Abbiamo sicuramente notato una crescente curiosità da parte dei nostri partner. Le richieste di collaborazione sui progetti sostenibili sono aumentate notevolmente, a testimonianza di come questo tema stia diventando sempre più centrale anche nelle strategie aziendali. In particolare, quando creiamo nuove collaborazioni, è quasi sempre presente la richiesta di sviluppare insieme iniziative che abbiano un impatto positivo dal punto di vista ambientale e sociale.
La sostenibilità non è più solo un valore aggiunto, ma una componente fondamentale per costruire relazioni durature e di valore, sia per il nostro club sia per i nostri partner. Questa evoluzione è molto positiva. Poiché ci consente di consolidare il nostro impegno e di lavorare in sinergia con realtà che, come noi, credono nel valore di progetti condivisi che possano apportare un impatto concreto e misurabile per la comunità e per l’ambiente».
C’è un obiettivo specifico che il Bologna FC si è posto in termini di sostenibilità nei prossimi 5-10 anni?
«Fare sempre meglio in termini di sostenibilità. Puntiamo a continuare ad ampliare le nostre progettualità sul territorio, con un focus particolare sul rafforzare continuamente il legame con la comunità. Vogliamo che il Bologna FC non sia solo un punto di riferimento sportivo. Ma che rivesta anche un ruolo attivo nel miglioramento sociale e ambientale della città e della regione. Ogni anno lavoreremo per rendere i nostri progetti più efficaci e impattanti. Rispondendo alle necessità reali della comunità e contribuendo a un futuro più sostenibile per tutti». ©
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