martedì, 30 Aprile 2024

Albero di Natale: quanto costa e come sceglierlo

DiMatteo Runchi

21 Novembre 2022
Alberi

La siccità di questa estate mette in pericolo le piantagioni di abeti. In Toscana le aziende che portano gli alberi di Natale nei vivai sono a rischio. Il 2022 è uno degli anni più difficili per chi fa business attraverso le piante. Il Natale è a rischio? Quali saranno gli effetti sul mercato? L’albero artificiale può essere la soluzione?

Alberi di Natale e cambiamenti climatici

Il mercato degli alberi di Natale è un business milionario. Ogni anno attorno alla sola coltivazione, vendita e smaltimento degli abeti naturali si muove secondo Coldiretti un giro d’affari di oltre 100 milioni di euro. Ma questo settore sta entrando in crisi a causa del riscaldamento globale che interessa tutti i produttori del mondo. La filiera degli alberi di Natale naturali sta subendo tutti gli effetti del cambiamento climatico. 

Fin dallo scorso anno negli Stati Uniti i produttori hanno dovuto fare i conti con una moria di abeti senza precedenti, dovuta al caldo eccessivo che aveva colpito lo stato dell’Oregon. Per i consumatori questa crisi si era tradotta in un rincaro del 5-10% del prezzo finale. Un problema simile lo stanno vivendo anche in Italia gli agricoltori che producono abeti per il periodo natalizio. La siccità estiva ha disseccato intere piantagioni mettendo a rischio la fornitura di alberi di Natale ai vivai. 

La plastica non è la soluzione

Le conseguenze dei cambiamenti climatici sono state palesi soprattutto in Toscana, tra le montagne del Casentino, dove dove sono prodotti gran parte degli abeti italiani. Per alcune aziende agricole le perdite sono arrivate all’80% delle piante. Difficile ancora dire quali saranno gli effetti sul mercato al dettaglio, e purtroppo anche la soluzione alternativa agli abeti vivi potrebbe andare incontro a dei problemi. 

Anche prima di questa crisi, più della metà degli italiani sceglieva già un albero artificiale. I vantaggi degli alberi di plastica sono evidenti: hanno bisogno di pochissime cure, possono essere riutilizzati senza problemi e soprattutto costano molto meno. La ragione di questo prezzo è che la produzione del 80% di essi avviene in Cina. 

Già l’anno scorso però la crisi della catena di forniture ha causato un aumento dei prezzi tra il 10% e il 30%. I problemi causati dal blocco dei commerci potrebbero ancora influenzare i prezzi degli alberi di plastica provenienti dall’estremo oriente, specialmente se si verificasse un aumento della domanda dovuto alla mancanza di abeti naturali a causa della siccità. Nel 2021 gli italiani hanno speso in media 44 euro per l’albero di Natale, ma per il 2022 è facile prevedere una spesa maggiore.

Il dibattito su quel dei due tipi di albero di Natale comprare si sposta quindi anche sull’ecologia. L’albero sintetico potrebbe anche essere considerato più ecologico a livello di emissioni, ma il suo smaltimento è problematico. Per ovviare al problema ci si può affidare agli abeti vivi certificati. In Italia è PEFC ad occuparsi di fornire tramite i propri controlli, garanzie sulla filiera di coltivazione e sul rispetto dei territori. ©

📸 credits: Simon Berger via Pixabay

Attento alle tendenze e profondo conoscitore della stampa estera, è laureato in Storia del giornalismo all’Università degli Studi di Milano. Dinamico, appassionato e osservatore acuto, per il Bollettino si occupa principalmente del mondo dello sport legato a quello finanziario e del settore dei videogiochi, oltre che delle novità del comparto tecnologico e di quello dell’energia.