venerdì, 29 Marzo 2024

Ricci Curbastro: «Investire in vino Made in Italy è un business»

Non temono un secondo lockdown i produttori di vino che, grazie alla ripresa del loro settore, guardano al futuro con fiducia. «L’ottimismo fa parte della vita di ogni vignaiolo», dice Riccardo Ricci Curbastro, a capo dell’azienda a Capriolo in Franciacorta, in provincia di Brescia. (LEGGI QUI 3 modi per sapere se il vino che compri vale tanto). «Quella di quest’anno per noi della zona è una bellissima vendemmia dal punto di vista quantitativo e qualitativo».

Alcune aziende vinicole come Masi Agricola di Sandro Boscaini e Italian Wine Brands spa di Giordano Vini e Provinco sono quotate in Borsa. Pensa che investire nel suo settore possa essere un asset consigliabile?
«Ritengo di sì, perché dietro a un’azienda agricola c’è un aspetto patrimoniale di fabbricati sempre molto importante. Al di là della quotazione, il fatto che in questo periodo ci sia un grande interesse di investitori stranieri su aziende del nostro Paese è significativo. Il Made in Italy ha un forte appeal e il vino è uno dei fulcri del suo successo».

Quali fattori hanno agevolato la ripresa del settore dopo il blocco dei mesi scorsi?
«La maggior parte delle denominazioni italiane hanno attivato delle misure congiunturali, come la riduzione delle rese e degli stoccaggi e il pegno rotativo sulle scorte di cantina. E poi dare un ulteriore aiuto ci saranno i 60 milioni di euro, stanziati dallo Stato con fondi nazionali nel decreto del 22 luglio 2020, che saranno dati come premio a quegli agricoltori che hanno ridotto le rese, riequilibrando il mercato ed evitando la presenza di eccedenze. Le domande sono state presentate tra luglio e agosto ma per la liquidazione, che avverrà tra novembre e dicembre, è necessaria la denuncia di produzione, che viene presentata al termine della vendemmia».

È in grado di quantificare i danni economici che ha subito la sua azienda?
«Siamo passati da un impatto di -38% di fatturato al 30 aprile ad un -16% al 31 agosto, ma un così forte recupero di mercato in soli 4 mesi lo considererei un grandissimo successo».

Quali sono le sue previsioni per la raccolta sulla prossima vendemmia?
«Siamo reduci da due annate disastrate da fenomeni atmosferici, quella del 2017 da una gelata importante e quella del 2019 da forti grandinate. Avere la cantina nuovamente piena in qualche modo mi fa avere fiducia per il futuro e sono decisamente soddisfatto. Ora si pone un secondo problema: quando e come venderò il mio vino, ma preferisco affrontare una sfida alla volta». ©