Il fenomeno ESG assume proporzioni notevoli. Secondo i dati della Global Sustainable Investment Alliance a fine 2020 la massa gestita (AuM, Asset under Management) in strumenti ESG si attestava a 35.300 miliardi di dollari (oltre un terzo del totale), con un trend di crescita ben superiore a quello degli investimenti “standard”. In base a questi dati Bloomberg Intelligence stima che nel 2025 le masse in strumenti ESG supereranno i 50 mila miliardi di dollari. Da notare anche che le emissioni di obbligazioni ESG potrebbero raggiungere gli 11 mila miliardi di dollari, sempre nel 2025.
Ma qual è l’atteggiamento dei risparmiatori italiani verso l’universo ESG? Il 2° Rapporto Censis-Assogestioni sulle scelte di investimento dei risparmiatori della penisola offre spunti interessanti. Il primo elemento che emerge dal rapporto è che gli italiani pensano di sapere che cos’è la sostenibilità e la ritengono molto importante: l’87 per cento ha risposto affermativamente alla domanda, con percentuali progressivamente più alte al diminuire dell’età. Tra questi il 68,1% la ritiene una priorità mentre per il 28,9% è importante (ma le priorità sono altre). Molto interessante anche il fatto che il 76,6% ritiene che il degrado di ambiente e società abbia conseguenze negative su risparmi e investimenti. Non sorprende quindi che il 63,9% pensa che gli investimenti ESG possano rappresentare un’opportunità per i loro risparmi.
Entrando nello specifico degli strumenti di investimento ESG, il 63,4% degli italiani li conosce o ne ha sentito parlare e il 52,5% sarebbe interessato ad investirci i propri risparmi. Su questo ultimo punto le differenze per categorie di età sono notevoli: gli interessati tra i giovani sono ben il 72,1%, solo il 19,4% tra gli ultrasessantacinquenni. Ma tra i tre elementi cardine (ambiente, sociele e governance), quale è quello più importante? L’ambiente riscuote il 52,1% dei consensi, seguito dal sociale con il 26,2% e dalla governance con il 21,7%.
Veniamo infine ai numeri relativi all’opinione dei consulenti finanziari. A loro avviso i loro clienti sono molto o
abbastanza interessata ai prodotti ESG (82,4%) ed evidenziano attenzione e interesse quando viene loro proposto di acquistarli (67,3%). Il risultato del sondaggio tra i risparmiatori riguardo l’elemento principale della triade ESG viene confermato dalla percezione dei consulenti per quanto riguarda la graduatoria ma con una prevalenza schiacciante dell’ambiente (90,7%), seguito a gradissima distanza dal sociale (6,3%) e dalla governance (3,0%). Cosa fare per promuovere gli strumenti di investimento ESG? Sia per i risparmiatori che per i consulenti la prima risposta è l’introduzione di una classificazione, una sorta di “bollino europeo”, ovvero un sistema di regole chiare e trasparenti che consenta identificare rapidamente i prodotti e le loro caratteristiche.