giovedì, 28 Marzo 2024

NEL MONDO DELL’ORTOFRUTTA LE DONNE SONO IL 70% DELLA FORZA LAVORO

Le donne sono il 70% della forza lavoro. Quote rosa nel mondo dell’ortofrutta. Trenta imprenditrici ed esperte della filiera produttiva si sono unite per creare un network di professioniste per la realizzazione di nuove idee e progetti, con l’obiettivo di dare vita a una comunicazione di settore con una visione femminile.

«Il Recovery Plan sarà un’enorme opportunità anche per il settore ortofrutta perché sono tante aree in cui c’è urgente necessità di transizione verso modelli più efficienti, primo fra tutti quello della logistica dei trasporti», spiega Alessandra Ravaioli presidente dell’Associazione Nazionale de Le Donne dell’Ortofrutta. «Sarà fondamentale agevolare il percorso dei nostri prodotti verso i mercati altrimenti non saremo competitivi».

Nel vostro settore le donne sono ancora penalizzate rispetto agli uomini?

«Rappresentano il 70% della forza lavoro e sono fondamentali per determinare la qualità dei prodotti. Selezionano manualmente il prodotto e spesso si occupano della certificazione della qualità. Nelle posizioni di vertice sia in azienda che a livello istituzionale ci sono poche donne, circa il 2/3% del totale. Possiamo dire quindi che rappresentiamo le braccia dell’ortofrutta ma non ci è concesso di metterci  la mente e questo, a mio avviso, è un importante problema da risolvere».

La pandemia ha gravato pesantemente sull’occupazione femminile, è successo anche nel vostro settore?

«Direi di no, anzi c’è un problema di  mancanza di manodopera, per cui durante la pandemia il lavoro non è mancato».

Sappiamo che avete in progetto di realizzare un documentario…

«Sì, dedicato alle donne dell’ortofrutta italiane. Il film sarà una occasione per raccontare cosa c’è dietro la frutta e la verdura che ogni giorno portiamo sulle nostre tavole. Questo è l’anno internazionale dell’ortofrutta indetto dalla FAO, è un’occasione per mettere in evidenza i valori del nostro settore e delle donne che ci lavorano. Il film è in lavorazione, si chiama Fertile ed è un viaggio nella terra dove si coltiva l’ortofrutta più buona del mondo, l’Italia. Abbiamo lanciato un crowdfunding per riuscire a realizzare il film e abbiamo raggiunto già il nostro traguardo in poco meno di un mese (la raccolta terminerà a dicembre). Stiamo proseguendo nella raccolta fondi perché sta diventando un’occasione per unire la filiera ortofrutta e i consumatori che potranno, con la donazione seguire passo passo il ciclo di vita delle piante da frutto scelte, fino a riceverne i frutti direttamente a casa». (Il progetto è su questo link www.ideaginger.it/progetti/fertile-il-film-che-da-voce-alle-donne-che-fanno-l-ortofrutta-italiana.html).

Che previsioni si sente di fare per il futuro del settore dell’ortofrutta?

«È un settore chiave dell’agroalimentare italiano ed europeo, occupiamo una posizione di primo piano in termini quantitativi e qualitativi, una qualità riconosciuta ovunque. Il suo futuro è legato alla risoluzione di questo difficile periodo, in cui dobbiamo capire in che direzione orientare le innovazioni indispensabili. Penso che sia importantissimo individuare una strategia che metta in evidenza e qualifichi il valore differenziale dell’offerta made in Italy. Servono organizzazione, aggregazione, innovazione a 360°, competenza, coraggio, e un grande sostegno  al sistema produttivo».                           ©

Matteo Martinasso

LinkedIn: @Matteo Vittorio Martinasso