martedì, 23 Aprile 2024

NAVI FERME E SCAFFALI VUOTI, LA CARENZA DI MATERIE PRIME PARALIZZA LA SUPPLY CHAIN. E VOLANO I PREZZI

La ripresa dell’economia mondiale rischia di bloccarsi in uno dei più grandi colli di bottiglia della storia. Supermercati con scaffali vuoti, porti in cui le navi sono stipate, stabilimenti automobilistici dove la produzione è rallentata dalla mancanza di microchip potrebbero delineare un aumento dei prezzi, pesante in un periodo già complicato. Dietro questa strozzatura c’è un mix tra reti di trasporto sovraccariche, carenza di manodopera nei punti chiave e un aumento della domanda sostenuta da stimoli per far fronte alla pandemia. Non è solo un problema di trasporto delle risorse, il mondo lotta per produrre beni a sufficienza. Le aziende sono state colte alla sprovvista dal rimbalzo di quest’anno, dopo aver ridotto gli ordini di materiali, quando i consumatori hanno smesso di acquistare lo scorso anno. La Cina affronta nuovi focolai di virus, e i prezzi dei suoi prodotti industriali sono in aumento a un tasso annuo del 10%. In Giappone, leader globali come Toyota hanno dovuto ridurre significativamente la produzione a causa della carenza di semilavorati. Anche giganti americani come Amazon e Apple accusano il colpo, dichiarando perdite inaspettate. Di conseguenza l’inflazione è in aumento, nell’Ue è intorno al 4%, ma potrebbe salire ulteriormente l’anno prossimo senza un aumento dell’offerta. «Perché la supply chain si riprenda, sarà necessaria una certa dose di fortuna, oltre a tempo e investimenti per aumentare la capacità logistica», ha affermato Simon Heaney, senior manager al Drewry di Londra. Mantenere i tassi d’interesse ai minimi attuali consentirebbe di continuare la ripresa, però si rischierebbe un aumento dei prezzi. Tuttavia, l’inasprimento della politica monetaria potrebbe placare l’inflazione non affrontando un’offerta inadeguata, ma piuttosto soffocando la domanda. Quest’ultima potrebbe raffreddarsi man mano che lo stimolo pandemico svanisce o i timori di condizioni finanziarie più rigide erodono la fiducia. Uno spostamento della spesa dai beni ai servizi ridurrebbe lo squilibrio tra offerta limitata e domanda in forte espansione in USA ed Europa. Un rallentamento sostenuto in Cina colpirebbe i prezzi delle materie prime. Di conseguenza la supply chain potrebbe sbloccarsi più rapidamente del previsto. «L’attuale congestione è unica e molto diversa rispetto al passato», ha affermato John Butler, presidente del World Shipping Council. «E sarà diverso anche il modo in cui alla fine si risolverà».

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Laureato in Economia, Diritto e Finanza d’impresa presso l’Insubria di Varese, dopo un'esperienza come consulente creditizio ed un anno trascorso a Londra, decido di dedicarmi totalmente alla mia passione: rendere la finanza semplice ed accessibile a tutti. Per Il Bollettino, oltre a gestire la rubrica “l’esperto risponde”, scrivo di finanza, crypto, energia e sostenibilità. [email protected]