venerdì, 19 Aprile 2024

BPER-Carige, conto alla rovescia: retroscena e prospettive della fusione

DiSimone Ferradini

28 Gennaio 2022 , ,
Sommario

Nuovo round del processo di M&A del settore bancario italiano: la fusione BPER-Carige darà vita al quarto polo del credito. Le premesse sembrano essere quelle giuste per il compimento dell’ennesimo step del processo di consolidamento del sistema creditizio tricolore. Attualmente la squadra di BPER Banca è al lavoro nella data room – luogo virtuale dove poter consultare i documenti – aperta da Banca Carige dopo l’ok del FITD, Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi. Quest’ultimo ha concesso a BPER un periodo di esclusiva sino al 15 febbraio al fine di permetterle di analizzare a fondo i conti dell’istituto ligure. In caso di esito positivo della due diligence – l’analisi approfondita della società target – l’offerta non vincolante diverrebbe definitiva e si potrebbe quindi procedere con le firme sul contratto di acquisizione. BPER auspica che questo possa avvenire non oltre il 15 febbraio al fine di arrivare al closing entro il 30 giugno, termine ultimo per beneficiare della norma sulle DTA.

BPER-CARIGE: OPERAZIONE APPETIBILE A DETERMINATE CONDIZIONI

Si perché l’operazione Carige è appetibile per BPER solo grazie ad alcune condizioni. La prima riguarda la proroga a fine giugno 2022 della possibilità di convertire le DTA – Deferred Tax Assets – in crediti d’imposta. La proroga è stata inserita nell’ultima Legge di Bilancio e comporta per l’acquirente – ovvero BPER – un beneficio pari a 0,4 miliardi di euro. L’altra condizione, la più ostica da raggiungere, è rappresentata dal massiccio versamento in conto capitale da parte del FITD in Carige. La cifra pretesa inizialmente da BPER era di un miliardo di euro ma la richiesta è stata rispedita al mittente. Successivamente l’offerta è stata rielaborata e il versamento richiesto è sceso a 530 milioni: a questo punto è arrivato l’ok all’esclusiva. Ma a che titolo l’acquirente BPER ha preteso un impegno di tale portata al venditore?

PREZZO SIMBOLICO PER LA QUOTA FITD, POI OPA A 0,80 EURO

La risposta è nella complessa situazione finanziaria di Banca Carige nonostante l’aumento di capitale da 700 milioni di euro sostenuto in gran parte dal FITD stesso. L’acquisizione di Carige comporta infatti per BPER una serie di oneri di integrazione, ulteriori azioni di pulizia del portafoglio crediti al fine di preservare i ratio patrimoniali e altre spese di tipo commerciale e operativo/strutturale. In sostanza per BPER l’operazione presenta non pochi problemi e quindi chiede che il FITD partecipi alle spese. Sempre per lo stesso motivo il prezzo che BPER pagherà per l’acquisizione dell’80% di Carige detenuto dal FITD è simbolico: 1 euro. Per quanto riguarda invece il rimanente 20%, l’offerta di BPER prevede il lancio di un’OPA obbligatoria a 0,80 euro per azione per complessivi 120 milioni.

I VANTAGGI POST-INTEGRAZIONE

L’operazione è indubbiamente complessa ma permetterà a BPER di accrescere significativamente le proprie dimensioni. Il totale attivo dopo l’integrazione di Carige supererebbe i 150 miliardi di euro portando la banca guidata da Piero Luigi Montani al quarto posto in Italia alle spalle di Intesa Sanpaolo, UniCredit e Banco BPM. La base clienti aumenterebbe del 20% salendo a 5 milioni. Ci sarebbero benefici anche in termini qualitativi, come l’ampia complementarietà delle reti distributive e il forte potenziamento in Liguria e Toscana, sinergie a livello di costi e ricavi. Previsti inoltre un miglioramento della qualità dell’attivo e un incremento significativo della redditività a partire dal 2023. ©

Simone Ferradini

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Foto: Press Kit Banca Carige