Il memorandum siglato tra Enel X e Grimaldi Euromed mira al prestigioso scopo della decarbonizzazione del settore marittimo. Le intenzioni fanno seguito agli obiettivi dell’UE e dell’IMO (International Maritime Organization), che sebbene differiscano in termini quantitativi, puntano sull’accelerazione della cosiddetta transizione verde. Tuttavia, la “governance del mare” non può dirsi priva di ombre.
LUCI E OMBRE SULLA GOVERNANCE MARITTIMA
La Convenzione ONU sulla navigazione marittima (IMO), in passato, è stata al centro di preoccupanti denunce da parte dell’ONG Transparency International. Il report venne redatto in occasione della settantaduesima sessione del Comitato per la protezione dell’ambiente marino, che deteneva il compito di redigere la prima strategia internazionale di riduzione delle emissioni marittime. Questa finalità gli venne assegnata addirittura nel 1997, in occasione del protocollo di Kyoto. Tuttavia, i risultati, fino ad allora, erano stati pressoché nulli. Nel mirino la trasparenza dei processi decisionali e la sospetta corruzione dilagante.
Oggi, l’IMO ha fissato l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra generate dal trasporto marittimo di almeno il 50% entro il 2050. Inoltre, più a breve termine, ha approvato delle norme per la riduzione dell’intensità di carbonio dei traghetti, che saranno in vigore per il 2023. L’Unione Europea, invece, punta perfino al totale azzeramento delle emissioni entro il 2050. Le parole d’ordine sono innovazione tecnologica, elettrificazione delle banchine ed efficientamento energetico degli scali.
MEMORANDUM ENEL-GRIMALDI
La decarbonizzazione a cui punta il memorandum citato si inserisce proprio in questo contesto, fatto da diverse prospettive e processi lenti e farraginosi, ai quali si intende dare un sostanziale impulso. Questo perché il trasporto marittimo detiene una quota importante e sempre maggiore delle emissioni di gas a effetto serra. Inoltre, i porti e il loro inquinamento ambientale ed acustico sono sempre meno tollerati dagli abitanti del territorio.
Principalmente, sono le navi ferme in banchina a destare i maggiori malumori, in termini di rumori causati dall’attività portuale e inquinamento. Una nave da crociera attraccata in banchina per 10 ore produce infatti la stessa quantità di anidride carbonica di 25 automobili in un anno, come affermato dall’analisi di Enel e Legambiente “Porti verdi: la rotta per uno sviluppo sostenibile”. In questo contesto interviene Augusto Raggi, responsabile di Enel X Italia, affermando che la collaborazione con Grimaldi darà un ulteriore impulso al processo di decarbonizzazione ed elettrificazione dei porti.
COLD IRONING
In questo senso, la vera novità è rappresentata dal cold ironing. Si tratta della possibilità di spegnere i motori navali durante l’ormeggio, attingendo però dalla rete elettrica portuale, che consente l’azzeramento delle emissioni, continuando però a ricevere energia. Processo che andrebbe anche a migliorare la qualità dell’aria dei centri abitati adiacenti.
Tuttavia, nonostante sia una tecnologia collaudata, gli investimenti risultano ancora rischiosi, poiché il relativo utilizzo sarebbe tutt’altro che scontato. Infatti, il costo dell’energia elettrica in Italia è superiore a quella generata tramite combustili fossili. Per questo motivo gli armatori sono ancora titubanti circa la loro installazione.
Il fondo complementare al PNRR, però, intende destinare 700 milioni per il cold ironing, ripartiti in diversi anni, per andare ad accelerare il suo utilizzo, in ragione del suo grande potenziale qualitativo. Progetto che è già realtà in diversi porti del mondo, tra cui Los Angeles e Rotterdam, e che aspetta di diventare anche il presente del nostro Paese.
Manuel Michelacci
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