venerdì, 26 Aprile 2024

Ciao Olimpiadi: ora Pechino fa i conti con la sostenibilità

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pechino 2022

Occhi puntati su Pechino anche dopo lo spegnimento della fiamma olimpica. Il Governo cinese ha provato a rendere le Olimpiadi Green il più possibile. A partire da un sito industriale pre-esistente che ha riconvertito come sede delle gare del trampolino del freestyle, costruito tra le ciminiere di una ex acciaieria. La rampa resterà al suo posto anche dopo l’evento, come attrazione turistica permanente. Inoltre il via ai Giochi 2022 è stato caratterizzato dall’accensione di un grande fuoco ed è stata semplicemente posizionata una torcia all’estremità per risparmiare energia.

Ma alcuni osservatori hanno etichettato tali mosse come gesti vuoti. Martin Müller, professore presso il Dipartimento di Geografia e Sostenibilità all’Università di Losanna che ha co-scritto lo studio su Nature, ha spiegato che si potevano fare tre cose per rendere le Olimpiadi più verdi: ridurre le dimensioni dell’evento, ruotare le Olimpiadi tra le stesse città e far rispettare standard di sostenibilità indipendenti. Quindi, ragionare sugli impianti, sempre più grandi, e sulle emissioni di CO2 legate agli spostamenti di atleti e soprattutto spettatori, si pensi in primis agli aerei.

UN PO’ DI STORIA

Quasi tutti gli organizzatori delle Olimpiadi, dall’inizio degli anni Novanta, hanno messo in evidenza il loro lavoro sulla sostenibilità, che è diventata uno dei temi centrali nei dossier delle candidature. Ma mantenere poi le promesse è un altro paio di maniche. Uno studio pubblicato su Nature lo scorso aprile, infatti, dimostra che tra il 1992 e il 2020 gli sforzi sulla sostenibilità sono diminuiti. Secondo la ricerca, “nessuno dei Giochi è riuscito a offrire un modello coerente per la valutazione indipendente”.

Nel 1994 il CIO, Comitato olimpico internazionale, ha elencato la protezione dell’ambiente come terzo pilastro delle Olimpiadi, dopo lo sport e la cultura. I Giochi di Lillehammer, in Norvegia, sono stati i primi a essere dichiarati “verdi”. Da allora, da parte dei vari Paesi ospitanti, si sono sentite dichiarazioni sulla volontà di rendere green i Giochi. Dall’uso di materiali naturali nella costruzione degli impianti allo sviluppo di programmi di riciclaggio e alla costruzione di veicoli a carburante pulito fino alla piantumazione di alberi per compensare le emissioni.

Sia Tokyo, che ha ospitato i Giochi estivi nel 2020, sia Pechino si sono prefissate l’obiettivo di rendere i Giochi carbon neutral (la carbon neutrality è il risultato di un processo tra emissioni di gas serra generate ed emissioni riassorbite: in sostanza, si tratta di azzerare le emissioni di CO2). A Tokyo, tutte le medaglie sono state realizzate con dispositivi elettronici riciclati e 18 mila letti nel villaggio olimpico sono stati creati con cartone riciclabile.

Il problema è che non c’è poi un coefficiente univoco che permetta di misurare la sostenibilità di una Olimpiade. Questo perché il CIO considera le proposte verdi di ciascun Paese candidato nella fase di candidatura, ma non esiste un ente indipendente che giudichi la conversione da promessa a dato di fatto.

PESA LA MANCANZA DI TRASPARENZA

A tal proposito, le organizzazioni ambientaliste hanno denunciato la mancanza di trasparenza. Nel 2008, per esempio, Greenpeace China ha criticato Pechino per non aver rilasciato dati e certificazioni ambientali durante i Giochi estivi. Mentre il CIO ha descritto quelli invernali di Sochi, nel 2014, come un catalizzatore per la promozione della sostenibilità in Russia, l’evento è stato criticato. Il motivo? Aver danneggiato la biodiversità in un parco nazionale dove sono state costruite alcune delle sue sedi.

UN ESEMPIO DI ENERGIA PULITA

Secondo Lauri Myllyvirta, analista capo del Center for Research on Energy and Clean Air, la rete verde costruita per i Giochi invernali di Pechino è un esempio di come le nuove infrastrutture possano continuare a consentire lo sviluppo di energia pulita e ridurre le emissioni.

Pechino ha reso noto di aver creato i primi Giochi in grado di svolgersi con elettricità rinnovabile al 100%. Le installazioni di energia eolica e solare a Zhangjiakou, la città che co-ospita i Giochi, sono state accelerate negli ultimi anni per prepararsi alle Olimpiadi. La capacità ha raggiunto i 23,4 gigawatt nel 2021.

Se la città fosse un Paese, la sua capacità combinata di energia eolica e solare sarebbe il 12° del mondo. «Ovviamente tutti gli eventi internazionali e soprattutto quelli grandi e impegnativi hanno un impatto ambientale negativo. Ma un progetto come questo è un sostanziale contrappeso agli impatti ambientali negativi», ha affermato Myllyvirta.

Simone Vazzana

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FOTO da Unsplash.com