giovedì, 25 Aprile 2024

Chelsea e Abramovič, le sanzioni diventano un caso: a rischio la tenuta del governo UK

DiRedazione

8 Marzo 2022
Chelsea e Abramovič, le sanzioni diventano un caso: a rischio la tenuta del governo UK

Più che una cessione societaria, il caso di Roman Abramovič e del suo Chelsea Football Club di
Londra assume i caratteri di un vero e proprio giallo politico. A creare un alone di mistero sulla
vicenda del magnate russo, spinto a vendere il club londinese a causa delle imminenti sanzioni che
colpiscono agli amici di Vladimir Putin, sono due indizi. Da una parte fa riflettere il fatto che,
malgrado alcune misure siano già in atto in Italia per esempio – dove sono stati sequestrati
immobili e proprietà a oligarchi miliardari, in Uk questo procedimento si annuncia lungo e
complesso. La burocrazia tira il freno a mano – potrebbero volerci mesi di lavoro legale prima che il
Regno Unito sia pronto anche a prendere in considerazione l’idea di sanzionare il patron dei blue e
alcuni altri ricchi russi, perché gli avvocati del governo devono ancora gettare le basi del
procedimento. Un’attesa che pesa sul premier conservatore Boris Johnson, che subisce pressioni
in parlamento dagli antagonisti labouristi. Una situazione inaspettata per il premier, che ha
traghettato il Paese attraverso la Brexit facendosi proprio forte della prospettiva di snellire la
burocrazia una volta detto “addio” all’influenza di Bruxelles, che potrebbe costargli caro in termini
di credibilità. Dall’altra parte c’è la questione sportiva. Dopo quasi 19 anni dall’acquisto della squadra – tra l’altro
pare che ai tempi si sospettò che dietro all’acquisto ci fosse proprio Putin, Abramovič ha preso la
decisione di cedere nel giro di poche ore: paura delle sanzioni o una grande occasione per il
magnate di liberarsi di un asset in rosso di bilancio e rientrare di qualche miliardo di euro?


Chelsea, rosso da 172 milioni di euro e cassa vuote


Già la scorsa settimana, Abramovič aveva effettuato un primo passo verso la cessione, affidando
la gestione del club alla fondazione benefica del Chelsea. Poco dopo è stato dato mandato alla
Raine Group, banca statunitense, di trovare un nuovo proprietario per i Blues. Sono state inviate
numerose offerte, tra cui quella al miliardario svizzero Hansjorg Wyss. In un primo momento
l’uomo d’affari elvetico era sembrato molto restio a presentare un’offerta parlando di cifre troppo
alte e aggiungendo anche «Il Chelsea deve 2 miliardi di sterline a Abramovič ma non ha soldi. Ciò
significa che chi acquista il Chelsea deve risarcire Abramovič ». Una dichiarazione che apre uno
scorcio inquietante sui conti del Chelsea e sui reali motivi per i quali il petroliere russo ha deciso di
salutare il club campione d’Europa. Le stime che si aggirano sulla vendita in queste ore parlano di
un prezzo fissato sui 3,5 miliardi di euro. Una cifra altissima per la quale pochi personaggi al
Mondo potrebbero decidere di accettare. Chi decidesse di imbattersi in questa avventura, cosa
comprerebbe? Il bilancio del Chelsea nel 2021 è stato chiuso con un rosso di 172 milioni di euro,
causato, va detto, da un brusco calo degli introiti da botteghino passati da 90 milioni di euro a 8,6
causa restrizioni sanitarie da Coronavirus. Abramovič decide quindi di vendere il Chelsea perché
costretto dal governo britannico e da motivi di opportunità, oppure sta cogliendo l’occasione per
sbarazzarsi di un bene che non produce più utili?


Hansjorg Wyss e Todd Boehly pronta un’offerta per il Chelsea?


Nonostante le iniziali dichiarazioni di Wyss, lo svizzero potrebbe decidere di affiancarsi ad un altro
grande imprenditore di origine tedesca, Todd Boehly, presentando un’offerta congiunta per il
Chelsea. Il primo, miliardario elvetico, è diventato ricco grazie a uno dei co-fondatori di Synthes
(azienda che produce apparecchiature mediche, in particolare ortopediche e neurochirurgiche),
che gli ha permesso di costituire la divisione statunitense della società nel 1977. Ha venduto a
Johnson & Johnson nel 2012 per 19,7 miliardi di dollari. È considerato uno dei maggiori benefattori
al mondo: nel 1998 ha fondato la Wyss Foundation, attraverso cui ha investito centinaia di milioni
in progetti legati alla salvaguardia dell’ambiente. Dopo aver ceduto Synthes, Wyss ha sottoscritto il

“Giving Pledge”, il movimento nato dalle menti di Warren Buffet e Bill Gates che incoraggia i
miliardari a donare almeno metà della loro ricchezza. Ecco perché, oggi, il suo patrimonio netto è
“solo” di 5,1 miliardi di dollari. Todd Boehly invece è il co-fondatore, presidente e amministratore
delegato di Eldridge Industries, una società di investimento privata con sede a Greenwich, nel
Connecticut, e uffici a New York, Boston e Londra. È anche l’attuale CEO della Hollywood Foreign
Press Association e possiede il 20% dei Los Angeles Dodgers (squadra di baseball). Il suo
patrimonio netto stimato è di 4,72 miliardi di sterline. Nelle ultime ore il quotidiano inglese
“Telegraph” ha rilanciato la notizia su un possibile coinvolgimento di un misterioso uomo d’affari
che potrebbe essere coinvolto del deal, dando così ancora più credibilità all’offerta. Wyss e
Boehly, con la loro misteriosa terza parte, dovranno superare il test delle persone idonee e
adeguate della Premier League prima di poter essere a tutti gli effetti considerati i nuovi
proprietari. Proprio per questo un accordo dovrà essere trovato in pochi giorni e anche perché
Abramovich, dovrà assicurarsi che il Chelsea cambi di mano prima che possa essere colpito dalle
sanzioni del governo. In caso di mancato accordo il suo più grande asset inglese potrebbe essere
congelato, il che significherebbe nessuna nuova proprietà e nessuna iniezione di denaro.
Un’ipotesi che rappresenterebbe un disastro totale per il Chelsea.

Massimiliano Guerra

Photo di ahundt on Pixabay