giovedì, 5 Dicembre 2024

Bonus edilizi, se circolano aumenta il gettito

Per la ripartenza del Paese dopo la crisi pandemica i bonus edilizi possono rappresentare una grande possibilità. Nonostante le frodi. La legge di bilancio 2022 ha prorogato i bonus, prevedendo alcune riduzioni delle detrazioni. Fino al 65% nel 2025 per il Superbonus relativo ai condomini.

Le frodi ci sono, stimate in 5,4 miliardi dopo le ultime rilevazioni ancora in corso. Tuttavia il punto focale rimane la cedibilità dei crediti. Preoccupato dalle irregolarità, l’esecutivo aveva ridotto le cessioni a una sola con il decreto n. 4 del 27 gennaio 2022. In sostanza, si stabiliva che il credito potesse passare, dagli aventi diritto, soltanto agli intermediari finanziari. La decisione aveva determinato quasi il blocco delle attività, siccome a quel punto le imprese non avrebbero potuto monetizzare la corrispettiva somma in banca. Era necessario un rimedio, arrivato poco tempo dopo. Con il decreto legge n. 13 del 25 febbraio 2022 vengono ammesse tre cessioni. Dall’impresa che ha realizzato i lavori, possono effettuarsi altri due passaggi, unicamente a istituti di credito e altri intermediari finanziari iscritti All’albo, a gruppi bancari o assicurazioni autorizzate a operare in Italia. Poste Italiane ha annunciato che dal 7 marzo la piattaforma per accettare i crediti sarà di nuovo aperta.

Ogni credito è elettronico ed emesso dallo Stato. Contiene un codice identificativo, in modo da garantire la tracciabilità e poter risalire al primo richiedente. La comunicazione della prima cessione va fatta all’Agenzia delle Entrate.

INDISPENSABILE PIÙ DI UNA CESSIONE PER GLI IDEATORI

Secondo uno degli ideatori dello strumento dei crediti fiscali, l’economista e ricercatore Stefano Sylos Labini, le tre cessione sono «il minimo necessario», siccome la ragione alla base è proprio favorire la circolazione di tali mezzi, per generare ricadute positive sull’attività economica. I crediti fiscali edilizi, infatti, nascono dagli studi del Gruppo Moneta Fiscale, di cui Labini fa parte. In origine, il pool di studiosi aveva avanzato la messa a punto di una moneta fiscale, pensata proprio come mezzo di pagamento alternativo alla moneta corrente, che tuttavia costituiva soltanto una possibilità di sconto sugli acquisti, o sulle tasse al momento della dichiarazione dei redditi. Tali crediti non possono essere rimborsati direttamente in euro come fossero dei titoli obbligazionari, ma se ceduti a una banca si ottengono euro in cambio. Così dunque l’impresa è in grado di offrire lo sconto in fattura. Tra le paure c’era l’effetto incontrollato sul bilancio statale e un aumento del deficit. Timore ridimensionato rispetto ai bonus fiscali attualmente vigenti. Infatti prorogati.

UNO STUDIO LO CONFERMA

Uno studio di Luiss Business School e OpenEconomics pubblicato sul sito del governo, ha stimato un maggiore gettito iva e Ires dovuto al Superbonus 110 di 16,6 miliardi nel periodo 2020-2022. A fronte di un disavanzo sostenuto dallo Stato in detrazioni di 8,75 miliardi. Nel decennio 2020-2030, i ricercatori prevedono un saldo positivo di 811 milioni. Anche se la Ragioneria dello Stato aveva prodotto stime meno ottimistiche.

Le istituzioni sono consce che possibilità come quelle dei crediti fiscali generino dinamiche anomale e resta vigile, ma non si può ignorare la massa di denaro rilevante generata dai crediti. Ad oggi le compensazioni regolari di chi li ha ceduti superano i 2,1 miliardi. Sylos Labini afferma che continuerà ad avere un dialogo con le forze parlamentari e governative, deciso a difendere l’elemento della cessione del credito come fondamentale per il moltiplicatore economico: «Facciamo attenzione a dire crediti falsi. I crediti non sono mai falsi perché identificabili. Più precisamente può succedere che i lavori non vengano eseguiti realmente. Oltre ciò non lasciamo che paure irrazionali turbino il mercato».

Giampiero Cinelli

Linkedin: Giampiero Cinelli

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Da Pixabay