L’ingresso degli NFT e dei fan token nel mondo degli sport, e ultimamente soprattutto nel calcio, va letto in questo contesto. Il Covid-19 ha svuotato le casse, servono nuove strategie per aumentare il fatturato anche slegate dalla partecipazione agli eventi e alle partite (magari per ragioni sanitarie). Ma è altrettanto vitale attirare pubblico giovane e fidelizzarlo. Una ricerca condotta nel 2021 da Nielsen Sports Fan Insight ha evidenziato che il 25% degli italiani (dai 16 ai 69 anni) conoscono i cripto token legati allo sport, con un picco del 32% tra fan e tifosi, anche se solo il 10% è interessato all’acquisto.
COSA SONO GLI NFT
La maggior parte è attratta dagli NFT più che dai fan token, e questo si verifica a livello mondiale e a prescindere dallo sport: sono speciali gettoni crittografici che rappresentano l’atto di proprietà e il certificato di autenticità scritto su catena di blocchi di un bene unico. Non sono pertanto intercambiabili. In Italia “attirano” i tifosi perché si legano, restando nel mondo delle società di calcio, a memorabilia digitale (trofei, magliette, scarpe), video highlights di un giocatore o di una partita, skin digitali indossabili a livello virtuale (per esempio negli eSports), registrazioni audio digitali catturate durante un evento sportivo. Insomma, un mercato che stuzzica soprattutto i collezionisti.
COSA SONO I FAN TOKEN
I fan token, invece, sono gettoni virtuali che, applicati al calcio, danno il diritto di partecipare alla vita del club in un modo determinato dal club stesso, che ne definisce limiti e opportunità. Il mezzo utilizzato più frequentemente è il sondaggio, attraverso cui la società chiede ai possessori dei FT di esprimersi su un argomento specifico. Nei fatti è una membership che non va rinnovata ogni anno, ma che dura finché si possiedono i FTtoken, che dunque non scadono.
Simone Vazzana
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