giovedì, 25 Aprile 2024

Nel settore del beauty bisogna calibrare i prezzi

Non solo la cosmetica, ma anche la profumeria selettiva vede una netta ripresa, con una crescita del 30% del giro di affari. «L’Italia rappresenta il quinto mercato mondiale per il settore dei profumi e ogni anno vengono lanciate 300 nuove fragranze», spiega Gian Andrea Positano, responsabile Centro Studi di Cosmetica Italia. «Sono cambiate le abitudini al consumo. I clienti sono più attenti ai temi della sostenibilità, dei prodotti biologici e naturali, ma soprattutto di quelli più credibili. Ormai sanno leggere le etichette e capire se l’azienda rispecchia davvero il loro approccio ecosostenibile». Il giro d’affari della cosmetica registra un aumento del 30%.

Che differenza si rileva tra consumatori uomini e consumatrici donne?

«Mentre la media dei cosmetici registra un 70% donne e 30% uomini, la profumeria è decisamente più equilibrata. Parliamo di un 55% donne e 45% uomini. Anche l’uomo è abituato ormai da tempo a usare il profumo».

I profumi seguono le mode o i consumatori tendono a scegliere il profumo per la vita?

«Il consumatore è padrone del mercato più di quanto non lo fosse in passato. La pandemia e la possibilità di riflettere di più sugli acquisti hanno abituato i consumatori ad essere molto più esperti e consapevoli e, anche su un prodotto come il profumo, esprimono i loro sentimenti».

Come ha inciso la pandemia?

«Parlando della cosmesi in generale, si tratta di uno dei settori di beni di consumo che hanno registrato meno danni, pur avendo subito un calo del fatturato del 12% nel 2020. Anche nella fase di ripartenza, studiando i contigui del Made in Italy, dalla moda all’arredamento, possiamo notare come questi abbiano ripreso con minore velocità rispetto al comparto della cosmetica e anche dei profumi, in particolare. Dai prodotti per l’igiene a quelli per la cura della pelle o dei capelli, sono beni di uso quotidiano irrinunciabili e anche i profumi, pur essendo un bene considerato più voluttuario, sono entrati nella routine quotidiana delle persone, che faticano a farne a meno. Durante il lockdown hanno subito un calo di vendite maggiore rispetto ad altri cosmetici, perché la gente non poteva uscire di casa, ma il ritorno alle occasioni di socialità ha portato anche a un rimbalzo positivo delle fragranze».

Di che cosa hanno bisogno le imprese?

«Sicuramente una calibrazione dei prezzi delle materie prime e dei costi generali, che penalizzano. Questo non vale soltanto per la cosmetica, ma per tutta l’industria. Anche i costi di infrastrutture e trasporti pesano di molto sulla ripresa».                                        ©

crediti: Gian Andrea Positano