venerdì, 26 Aprile 2024

Gazprom: la guerra attacca lo sport, sponsor a rischio  

Gazprom sport

Bufera su Gazprom e il mondo dello sport. Il complesso sistema di soft power sportivo attuato tramite la multinazionale del settore energetico e minerario si è sciolto davanti alle sanzioni economiche, creando vuoti di bilancio considerevoli per federazioni e società sportive. La controllata del Governo russo spiccava per presenzialismo pubblicitario nelle competizioni, un apporto di cui, tra gli imbarazzi generali, si dovrà fare a meno.

I primi effetti sono ricaduti sul mondo del calcio, in particolare sulla Uefa, che nell’ultimo decennio ha beneficiato di una cifra tra i 30 e i 40 milioni all’anno versati dal colosso russo, ormai diventato uno dei principali sponsor della più importante competizione internazionale per club, la Champions League. E proprio il 25 febbraio, durante una riunione straordinaria, la Uefa ha dovuto spostare la finale, che si sarebbe dovuta tenere nella Gazprom Arena di San Pietroburgo, allo Stade de France di Parigi.

L’intreccio del Nord Stream 1

Altro passo indietro è quello effettuato dallo Shalke 04 sulle cui maglie campeggia il logo della multinazionale dal 2007. In qualità di main sponsor, fino al 2025 Gazprom avrebbe assicurato alle casse del club 9 milioni l’anno e 15 milioni a stagione più tre di bonus nell’eventualità di una promozione. Scelta non casuale quella di finanziare il club di Gelsenkirchen, vista la posizione strategica in ottica gasdotto Nord Stream 1, completato a novembre 2011 per trasportare il gas russo direttamente in Europa attraverso il Mar Baltico bypassando l’Ucraina e i diritti di passaggio connessi. Logica che sta anche alla base dell’accordo di sponsorizzazione della Stella Rossa di Belgrado, firmato nel 2010 con l’obiettivo di costruire un secondo gasdotto in Serbia attraversando il Mar Nero. Nel caso della squadra della capitale serba l’accordo rimane in essere, anche vista la vicinanza della dirigenza, oltre che della tifoseria ultrà, con il popolo russo.

Secondo Simon Chadwik, professore che si occupa di geopolitica economica dello sport alla Emylon Business School di Parigi, l’elemento chiave è il fatto che il calcio rappresenta un canale in grado di facilitare la diplomazia. In un articolo sul South China Morning Post ha scritto: «I box che ospitano gli sponsor durante le partite di Champions sono posti intriganti, spesso popolati da ex calciatori, celebrità, e soprattutto politici e autorità pubbliche». Quale modo migliore per portare avanti interessi che si intrecciano, o che si intrecciavano, con l’obiettivo di accrescere l’appeal di Gazprom in Europa?

Il caso nel ciclismo

Oltre al calcio anche altri sport devono fare i conti con la mancanza dei capitali portati dal gigante dell’energia. Un esempio è Gazprom-Rusvelo, formazione russa di ciclismo che ha sede in Italia e società di gestione in Svizzera. In questo caso a farne le spese sono soprattutto i corridori, tra cui tre italiani, che a seguito della radiazione della squadra dall’Unione Ciclistica Internazionale non hanno potuto partecipare a diverse gare, come il Trofeo Laigueglia e la Milano-Sanremo.