Il concetto è semplice. Compri ora e paghi dopo, solitamente in tre o quattro rate. La formula del Buy Now Pay Later ha conosciuto negli ultimi anni una fortissima crescita e sono diverse le fintech – pioniere del settore – che, specialmente durante la pandemia, quando le persone si rivolgevano agli e-commerce anche per i piccoli e medi acquisti, hanno incrementato il loro successo. Da qui il boom di servizi come Klarna, Affirm, Block – la Square di Jack Dorsey che cambierà nome quest’anno– e anche di Scalapay, una sorta di unicorno tutto italiano, che ha superato, nell’arco di soli tre anni, la valutazione di un miliardo di euro, anche grazie al finanziamento di 497 milioni di dollari, il più alto investimento di sempre in una startup del BelPaese.
Cosa sta cambiando?
Ma le cose sembrano cambiare: i citati player del settore non vivono un periodo floridissimo: tra guerra e inflazione, il potere di acquisto di molti clienti si è ridotto e, negli Stati Uniti, il 42% di chi si affida al “Compra Ora, Paga Dopo” non ha rispettato le scadenze di pagamento. E infatti il rendimento delle quotate in borsa – Affirm e Block, ma anche la “vecchia” PayPal – ne sta risentendo. Rimangono comunque titoli considerati interessanti per il 2022, ma la loro crescita, che è stata esponenziale nei due anni contrassegnati dalla pandemia, si è decisamente arenata.
Square – che diventerà Block Inc – per esempio ha debuttato in Borsa al NYSE nel 2015 e ad oggi registra un fatturato superiore ai nove miliardi di dollari. Ma si nota che le azioni della compagnia stanno cercando di stabilizzarsi dopo il crollo di fine 2021, la prepotente risalita di marzo, e la ricaduta di questi ultimi mesi, periodo in cui le azioni sono passate da 96 a 84 dollari. Un percorso simile quello di Affirm, quotata al NASDAQ da poco più di un anno e che ha conosciuto un rialzo a dir poco brillante nel primo trimestre dell’anno, con un guadagno del 23,45%, ma che ha segnato anche una perdita netta di 55 milioni e ora ogni azione si aggira intorno ai 23 dollari. Diverso il discorso per la nostrana Scalapay, che, per adesso, sembra non essere interessata a quotarsi in Borsa.
DA BIG TECH A BIG BANK Da Big Tech a Big Bank
Le Big Tech, percepito il momento, si sono lanciate nel settore Buy Now Pay Later, in primis Amazon, quando Jeff Bezos ha deciso di tuffarsi nel mondo del credito al consumo. Da Big Tech a Big Bank quindi. E Tim Cook, CEO di Apple, non si è lasciato sfuggire l’occasione. La mela permetterà ai suoi acquirenti di comprare iPhone, Mac e una serie di altri prodotti dilazionando quattro rate in sei settimane, senza nessun interesse di altro genere. Dopo Amazon, Google e Meta, l’azienda di Cupertino è l’ultima a essere salita sul carro del Compra Ora, Paga Dopo, ma l’arrivo delle Big Tech, con i loro infiniti database, potrebbe significare una nuova era – ben più complicata – per le Fintech, che dovranno prepararsi a rispondere alla nuova concorrenza.
Del resto lo stesso fondatore di PayPal, Peter Thiel, lo aveva previsto nel suo libro “Da Zero a Uno”: quando arriva l’innovazione, si crea un nuovo mercato, prima inesistente. Si passa appunto “da zero a uno”, magari anche sfruttando contingenze favorevoli, come la pandemia da Covid per il mondo degli acquisti online e degli e-commerce di ogni tipo, ma subito dopo la rapidissima crescita, arriva – inevitabile – anche il rallentamento.
Alessio Incerti
Linkedin: Alessio Incerti
Twitter: @aleince7
Foto: rupixen.com Unsplash.com