Per ricostruire la fiducia nei mercati la politica monetaria non basta. Le Banche Centrali da sole non sempre possono riavvicinare gli investitori: ciò che però può fare la differenza è la politica. «Gli stessi Governatori continuano a segnalare quanto sia importante che i governi facciano la loro parte, attraverso riforme strutturali e politiche fiscali adeguate», dice Ferruccio Riva, vicepresidente vicario ANASF (Associazione nazionale consulenti finanziari). Il tutto senza escludere un intervento di educazione dell’investitore, oggi più che mai fondamentale. «L’avvento della tecnologia ha portato con sé un alto potenziale di servizi, ma anche numerosi rischi, a partire dall’influenza dei social media. Esiste il rischio che mere comunicazioni di marketing vengano considerate dagli investitori come raccomandazioni di investimento, anche perché l’alfabetizzazione finanziaria dei cittadini è molto bassa».
Quali sono i modi per valutare il livello di fiducia del mercato?
«Veniamo da una esperienza recente: lo scoppio della pandemia nel 2020, che ha avuto conseguenze su tutti i mercati. In quel frangente è emerso quanto un supporto professionale sia necessario per passare “attraverso” le crisi, piuttosto che subirle. Ma anche quanto tempo e disciplina siano variabili importanti. L’esperienza dei consulenti finanziari, spesso oggi messa a fattor comune nei team di professionisti, ha aiutato ad avere nervi saldi e stimolato nel cogliere con equilibrio le sfide dei mercati, come sta facendo ora, in una fase complessa. Negli ultimi anni la fiducia dei risparmiatori è cresciuta in modo rilevante, portando a sfiorare i 5 milioni di soggetti assistiti da un consulente finanziario (dati Assoreti). La figura professionale sta assumendo un ruolo sociale sempre più importante».
Di recente le Banche Centrali si sono trovate a dover fare scelte difficili e non sempre popolari, come il rialzo dei tassi. Questo può incrinare la fiducia dei mercati?
«Le Banche Centrali hanno obiettivi specifici e rappresentano attori di rilievo nel panorama economico. Sin dal 2008 hanno assunto un ruolo ancor più essenziale, attraverso politiche monetarie espansive, tese a facilitare la riprese delle economie. Di fronte ad un fenomeno inflattivo prima identificato come reflattivo (inflazione “buona”), poi stagflattivo (inflazione “cattiva”) e quindi ingovernabile, l’unico mezzo per riportarlo sotto controllo era l’aumento dei tassi. Un’azione non priva di rischi recessivi se condotta in modo troppo aggressivo (vedansi i casi Volcker e Greenspan negli ultimi decenni del secolo scorso). I mercati hanno bisogno di una guida combinata ed equilibrata, sia a livello politico che monetario. Diventa quindi rilevante oggi l’azione dei governi, oltre che delle Autorità monetarie, tenendo presente i temi e i tempi specifici. Migliore sarà la capacità progettuale d’intervento, maggiore potrà essere la prospettiva di fiducia da parte dei mercati, trasformando la fase critica in opportunità».
In un momento di volatilità così alta, come si tutelano i propri risparmi dall’incertezza del mercato?
«Portafogli diversificati e con un orizzonte temporale di lungo periodo permettono di ripartire il rischio specifico sempre. Mantenere saldi i propri obiettivi e i tempi progettati per raggiungerli, gestire l’emotività, soprattutto in queste fasi complesse, anche con l’assistenza professionale di un consulente finanziario, che ha conoscenze, competenze ed esperienza, è il migliore approccio per tutelare i propri risparmi dall’incertezza del mercato».
Come dovrebbe orientarsi il risparmiatore rispetto alle notizie e al comportamento degli altri investitori, per evitare di commettere errori?
«Ciò che può essere indicato per un risparmiatore può non esserlo per un altro. L’utilizzo dei social come parte del processo di investimento può creare, tra le altre cose, raccomandazioni standardizzate non basate su una valutazione di adeguatezza e causare l’effetto gregge. Il caso GameStop, salito alle cronache lo scorso anno, ne è un esempio. Il forte interesse improvviso per la società è stato ricondotto all’operatività di giovani investitori retail, privi di cultura finanziaria, attivi sui mercati tramite piattaforme accessibili attraverso app gratuite. Nello specifico caso, la scelta di far convergere gli acquisti su GameStop è stata collegata alle esortazioni divulgate tramite social. Per evitare di commettere questi e altri errori è sempre opportuno verificare l’autorevolezza delle fonti e confrontarsi con un consulente finanziario».
Un fenomeno importante negli ultimi anni è stato il calo di fiducia verso mercati e operatori finanziari in generale. Esiste una motivazione razionale per questo sentimento?
«Le crisi finanziarie degli ultimi decenni hanno portato innanzitutto a un aumento del debito pubblico, oltre che a squilibri nelle bilance dei pagamenti. Fenomeni figli della globalizzazione e di sfide valutarie legate proprio a cercare posizioni di vantaggio tra i vari Paesi. Gli elementi di crisi degli ultimi 3 anni hanno generato dubbi sul modello economico, sulla capacità dei mercati nel trovare il proprio equilibrio e sugli operatori, sospettandone conflitti d’interesse veri o presunti. Abbiamo però assistito, negli ultimi vent’anni, ad un crescendo di norme nazionali ed internazionali volte alla tutela dei cittadini e, in particolare, dei risparmiatori. Questo inesorabilmente sta portando maggior equilibrio ed efficacia a livello di sistema. La conseguenza è stata, ad esempio in Italia, che la realtà relativa al mondo del risparmio gestito e alla nostra categoria presenti dati in controtendenza. Negli ultimi anni abbiamo costruito un patto di fiducia con i singoli investitori, , con un patrimonio gestito e un numero di clienti in costante crescita».
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