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giovedì, 8 Giugno 2023

Minimum Tax sulle multinazionali: via libera dal 2023

tax

Numeri astronomici, secondo le proiezioni , della Minimum Tax, il nuovo sistema di tassazione proposto dal segretario del Tesoro USA Janet Yellen. Ben 150 miliardi di dollari di nuove entrate fiscali e passaggio ad altre giurisdizioni fiscali di circa 125 miliardi di dollari di utili pretasse.

LE MULTINAZIONALI ELUDONO LE TASSE

Ricordiamo che l'OCSE stima tra i 100 e i 240 miliardi di dollari – pari al 4-10% del totale relativo alle imprese- le entrate fiscali perse a causa delle pratiche – legali ovviamente – con cui le multinazionali sfuggono alla tassazione. Inoltre i 136 Paesi sui 140 della struttura creata ad hoc dall'OCSE che hanno approvato la Minimum Tax, rappresentano circa il 90% del PIL globale. «Penso che le big tech possano apprezzare il nuovo sistema e conviverci», ha detto l'economista, ex numero uno della , che aveva ipotizzato un'aliquota pari al 21%, ridimensionata al 15% dopo il compromesso. L'obiettivo è quello di sviluppare, nel breve, regole dettagliate e strumenti multilaterali al fine di rendere operativa la riforma già nel 2023.

LA STRUTTURA DELLA RIFORMA: IL PRIMO PILASTRO

Il nuovo sistema si basa su due pilastri. Il primo prevede che le multinazionali con ricavi globali superiori ai 20 miliardi di euro e profittabilità – utili pretasse/ricavi – superiore al 10% debbano riallocare parte degli utili pretasse in giurisdizioni fiscali dove generano almeno 1 milione di euro di ricavi. Gli utili da riallocare non sono in realtà moltissimi: solo il 25% di quelli che eccedono il 10% di profittabilità. In soldoni, le multinazionali dovranno, limitatamente alla parte degli utili pretasse come definita in precedenza, sottostare al regime fiscale del Paese in cui sono generati i ricavi.

IL SECONDO PILASTRO

Il secondo pilastro definisce la vera e propria Minimum Tax, fissando un'aliquota minima globale al 15%. In altre parole, gli Stati che prevedono nella loro giurisdizione fiscale tasse sui profitti delle imprese inferiori al 15% dovranno incrementare l'aliquota fino a pareggiare quella minima globale. Questo secondo pilastro serve a bloccare la gara internazionale per aggiudicarsi la palma di Paese con le tasse più basse. L'aliquota del 15% verrà applicata a tutte le società con ricavi superiori a 750 milioni di euro.

QUALI SOCIETÀ ANDRÀ A COLPIRE

Il nuovo sistema di tassazione prende di mira le MNE – MultiNational Enterprises – ovvero le multinazionali che, sfruttando un sistema fiscale internazionale basato su principi efficaci nella prima metà del secolo scorso, riescono a pagare meno tasse. Come ci riescono? Per prima cosa grazie alla digitalizzazione del commercio che permette loro di vendere prodotti e servizi in tutto il mondo. Questo senza stabilire sedi fiscali e strutture consistenti nei Paesi dove operano. In conseguenza di ciò, possono scegliere di pagare le tasse dove vogliono: ovviamente lo fanno nei cosiddetti paradisi fiscali, dove le aliquote sono molto basse se non addirittura nulle. ©

Simone Ferradini

Twitter: @SimoneFerradini

LinkedIn: @SimoneFerradini

Foto: viarami da Pixabay

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