martedì, 19 Marzo 2024
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finanziaria

Mi sono appena laureato e vorrei cominciare a investire per il mio futuro, ma non so a chi chiedere consiglio. Secondo voi le piattaforme online sono sicure o è meglio un consulente? (Matteo, Pisa)

Ringraziamo Matteo per la domanda e per aver scritto a “[email protected]”. Facciamo chiarezza sul tema della consulenza finanziaria:

Il consulente tradizionale (bancario, private banker, consulente finanziario abilitato ad operare fuori sede (ex promotore finanziario) ha le seguenti caratteristiche:

  • Lavora per una banca o una rete commerciale
  • La sua visione del cliente è parziale all’intermediario per il quale lavora
  • È focalizzato sulla consulenza legata alla vendita di prodotti finanziari e assicurativi
  • Colloca e distribuisce i prodotti con cui la banca ha accordi commerciali
  • Percepisce uno stipendio e/o commissioni e bonus sulla vendita

Il consulente indipendente (consulente finanziario autonomo)

  • Lavora solo per il cliente, non ha rapporti con banche e reti
  • Ha una visione globale dell’intero patrimonio del cliente
  • È focalizzato sul servizio e sugli obiettivi di vita del cliente
  • È libero di consigliare qualsiasi investimento, non “tocca” i soldi del cliente che restano presso la banca di fiducia prescelta
  • È pagato solo a parcella come un commercialista: per esempio quest’ultimo può esercitare anche come consulente finanziario indipendente, ma non come dipendente o con mandato da una banca o da una rete

Diciamo che rappresenta la novità più assoluta all’interno del panorama finanziario italiano, rispetto agli USA dove 2 investitori su 3 hanno un consulente indipendente (da qui il termine americano “fee-only planner”). Da noi prima di dicembre 2018, data di nascita dell’Albo Unico dei consulenti finanziari OCF (Organismo di vigilanza dei consulenti finanziari), il mercato era di soli promotori/consulenti di banche e reti commerciali.

Circa la metà degli italiani pensa ancora che il servizio di consulenza offerto da banche e reti sia gratuito: in realtà non è così! Il consulente autonomo/indipendente non lavora per nessuna banca o rete ma solo per il suo cliente che paga una parcella “fee-only” per il servizio che riceve e non percepisce altre forme di remunerazione da banche o assicurazioni che sono vietate per Legge.

Si tratta di un professionista che aiuta i risparmiatori a pianificare le risorse finanziarie per raggiungere gli obiettivi di vita (acquisto di una casa, retta universitaria dei figli, ottenimento di una rendita desiderata da una certa data in poi, smettere di lavorare prima e così via). I servizi offerti sono quelli di consulenza finanziaria in materia di investimenti e pianificazione (patrimoniale, previdenziale, assicurativa, immobiliare e successoria) e tra i requisiti a copertura e garanzia dei clienti deve essere in possesso di una polizza assicurativa di responsabilità civile. Può offrire anche servizi di consulenza generica (es. analisi di portafoglio) e inoltre, verifica il rapporto esistente tra i propri clienti e i suoi intermediari, valutando la solidità delle banche del cliente e rinegoziando tutte le condizioni applicate che di fatto si tramuta in un bel risparmio di denaro per i suoi assistiti.

Il consulente indipendente non tocca mai i soldi dei clienti, che rimangono infatti presso l’intermediario scelto da quest’ultimo: è infatti il cliente a decidere se mantenere o meno la propria banca. Il consulente indipendente, dopo aver effettuato una pianificazione completa seguendo quelle che sono le esigenze e gli obiettivi di vita del cliente, invia a quest’ultimo le “raccomandazioni”, ovvero consigli di acquisto o vendita degli strumenti finanziari atti allo scopo. Le “raccomandazioni” possono essere anche inviate per e-mail al referente della banca con in copia il cliente che deve comunque sempre approvarle.

Il guadagno di un consulente finanziario indipendente, come per un avvocato o un commercialista, deriva dalla parcella “fee-only” che il cliente paga per il servizio ricevuto. La parcella, infatti, non è legata al mero rendimento derivante dalla gestione degli investimenti, ma dal servizio di consulenza conseguente alla visione globale dell’intero patrimonio. La parcella è un compenso fisso calcolato in base a tempo, complessità del patrimonio e obiettivi del cliente e di norma si paga da sé con il risparmio generato sui costi e sulle commissioni applicate prima del suo intervento.

Scegliere di farsi assistere da un professionista è fondamentale per impostare un piano che permetta di raggiungere la serenità finanziaria. Ma come scegliere il consulente finanziario giusto (dipendente bancario, consulente che lavora per conto di una rete o indipendente)? Cosa chiedere per capire se, nel momento in cui inizierete il rapporto, gli interessi del consulente saranno allineati con i Suoi sig.ra Marina?

1. È in possesso dei requisiti ed è in possesso delle necessarie autorizzazioni?

 L’OCF è l’Organismo di vigilanza e tutela dell’Albo Unico di tutti i Consulenti Finanziari italiani. A dicembre 2018 ha sostituito il “vecchio” Albo dei promotori finanziari tenuto da CONSOB, includendo 2 nuove sezioni dedicate ai consulenti finanziari indipendenti e alle società di consulenza finanziaria (SCF).

2. Come viene remunerata la sua attività?

Se il consulente finanziario è dipendente bancario o un agente (consulente finanziario abilitato all’offerta fuori sede), il suo compenso deriva dallo stipendio pagato dalla banca e/o dalle commissioni o provvigioni derivanti dalla vendita dei prodotti della banca o con cui la banca ha accordi commerciali.

Se il consulente è indipendente (chiamato anche “autonomo”), il suo compenso deriva dalla parcella professionale che paga il cliente per il servizio di consulenza.

3. Riceve commissioni sui prodotti e servizi che consiglia?

Questo è un punto cruciale. Se la consulenza prevede anche la vendita, il consulente finanziario agirà in conflitto di interessi. L’indipendenza non è data solo dalla “quantità di prodotti” che possono essere venduti, ma dal sistema di incentivazione alla base del rapporto lavorativo. I consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede, private banker, family banker, financial advisor, funzionari di banca etc. ricevendo una provvigione o incentivo sulla vendita dei prodotti, dovranno mediare gli interessi propri e della banca per cui operano, con quelli del cliente. Viceversa, il consulente finanziario indipendente o “fee-only” è remunerato esclusivamente dal cliente e non può come già detto, per Legge, ricevere compensi da nessun intermediario o emittente finanziario. Comunque sia la tua decisione non dovrebbe essere influenzata alla base da fattori emotivi ma soltanto razionali: a te la scelta Matteo e grazie per averci scritto! ©

Risposte a cura di Bruno Fanan, EGOS

Laureato in Economia, Diritto e Finanza d’impresa presso l’Insubria di Varese, dopo un'esperienza come consulente creditizio ed un anno trascorso a Londra, decido di dedicarmi totalmente alla mia passione: rendere la finanza semplice ed accessibile a tutti. Per Il Bollettino, oltre a gestire la rubrica “l’esperto risponde”, scrivo di finanza, crypto, energia e sostenibilità. [email protected]