venerdì, 29 Marzo 2024

Cosa accomuna great resignation e consulenza?

Cosa c’entra la crescita del numero delle società di consulenza finanziaria e dei consulenti indipendenti, che oggi ha superato quota 600 soggetti iscritti all’albo OCF, con il fenomeno delle “Great Resignation”, ovvero delle “grandi dimissioni”? Moltissimo.  Questa mobilitazione del mercato del lavoro mondiale senza precedenti scoppiata negli Stati Uniti, ha avuto un forte impatto anche in Italia: basti pensare che nel primo semestre del 2022 sono stati registrati più di 1 milione di casi (Osservatorio sul precariato dell’Inps). E che uno studio di McKinsey, stima che circa il 40% dei lavoratori globali sia intenzionato a cambiare lavoro nei prossimi mesi.

E la consulenza?

Tale tendenza si ritiene dovuta soprattutto alla pandemia e alle sue conseguenze. Al di là, infatti, dei fattori economici oggettivi, lo stravolgimento biennale delle modalità lavorative ha portato sempre più verso una crescente indipendenza. E questo ha coinvolto anche la consulenza finanziaria. La possibilità di poter svolgere il proprio lavoro senza vincoli o budget di vendita e il work-life balance, hanno spinto sempre di più i gestori del patrimonio assunti da banche e reti a interessarsi e a entrare nel mondo della consulenza finanziaria indipendente, lasciando il posto fisso e il mandato presso l’intermediario.
Ovviamente anche l’evoluzione che sta avendo il sistema finanziario tradizionale contribuisce alla forte crescita di questa categoria di consulenti: le commissioni su investimenti/collocamento di prodotti, infatti, rappresentano la voce di ricavi preponderante per banche e reti, con una progressiva incidenza sul business e conseguente pressione al raggiungimento di tale obiettivo che è destinata a salire sempre di più. 

Rischi per le banche

Il 47% dei ricavi delle banche è rappresentato dalle commissioni, nel 2007 era pari al 36%. Il non dover mediare gli interessi dei propri clienti con quelli della mandante risulta il fattore principale che spinge questi professionisti a diventare autonomi, staccandosi dall’intermediario. Operando in maniera autonoma, infatti, essi non svolgono attività di collocamento e non hanno alcun rapporto con chi vende prodotti finanziari, ma prestano esclusivamente consulenza e assistenza ai loro clienti per la corretta pianificazione del patrimonio. Il rapporto con la clientela è fondato sulla fiducia e le operazioni consigliate vengono eseguite dal cliente, che mantiene il denaro depositato presso i propri intermediari e viene supportato, nella scelta delle operazioni. Dal 1°dicembre 2018 è diventato operativo il nuovo Albo unico dei Consulenti finanziari in Italia, l’OCF ovvero l’Organismo di vigilanza e tenuta dell’albo unico dei Consulenti Finanziari.            ©           

Studente, da sempre appassionato di temi finanziari, approdo a Il Bollettino all’inizio del 2021. Attualmente mi occupo di banche ed esteri, nonché di una rubrica video settimanale in cui tratto temi finanziari in formato "pop".