In rosso la Borsa di Tokyo. A pesare sul listino, la contrazione degli indici azionari statunitensi e il nuovo rialzo dei rendimenti sul mercato obbligazionario, che anticipano la probabilità di una recessione globale. Intanto, si profila il rischio di ulteriori strette monetarie contro l’elevata inflazione da parte della Fed di Jerome Powell. L’indice Nikkei 225, a fine ottobre, cede lo 0,90% circa e l’obbligazione decennale giapponese scambia 0,25%. Lo status dell’indice della Borsa di Tokyo è in rafforzamento nel breve periodo, con area di resistenza vista a 27.417,9, mentre il primo supporto è stimato a 26.936,3. Le implicazioni tecniche del periodo propendono per un ampliamento della performance in senso rialzista. La volatilità giornaliera è di 1,308, con un rendimento settimanale che si attesta attorno al +3% e un rendimento annuo che resta negativo: -6,70%. A ottobre, lo yen ha sfiorato i minimi da 32 anni nei confronti del dollaro, venendo scambiato a 148,77. Non si arresta, insomma, la caduta della divisa nipponica, nemmeno dopo quella che i trader hanno definito una “furbata” del governo giapponese. Secondo gli analisti, utilizzando le previsioni della Banca del Giappone sul deficit giornaliero dei conti correnti, le autorità avrebbero speso circa 1,4 miliardi di yen (9,3 miliardi di dollari) per sostenere la moneta. La valuta era scesa a 147,67 yen in risposta ai dati sull’inflazione statunitense superiori alle attese e, dopo l’intervento, è salita a 146,50 yen sul dollaro. Ma ammesso che sia vero, l’impatto è stato di breve durata: nel giro di pochi minuti, lo yen ha ricominciato a indebolirsi. Un tentativo simile, le autorità l’avevano già fatto a settembre, spendendo quasi 20 miliardi di dollari per rafforzare la divisa. Era la prima volta dalla fine degli anni Novanta. E la valuta si era apprezzata a 140,34 yen da un minimo di 145,89. Dall’ultimo intervento, lo yen è risalito, in attesa di un’ulteriore probabile manovra della Bank of Japan (BOJ) a sostegno della moneta nipponica.
Oggi l’indice Nikkei 225 si colloca tra i 16.000 e i 17.000 punti. Gli ultimi dati in arrivo dagli Stati Uniti e il cambio favorevole stanno garantendo un proficuo periodo di rialzo. Bisogna tenere presente che uno degli elementi più importanti nell’analisi del Nikkei 225 è lo yen con le sue fluttuazioni. Questo perché l’economia giapponese dipende in gran parte dalle esportazioni e, di conseguenza, quando lo yen è debole le imprese nipponiche sono più competitive e il Nikkei tende a salire. ©