giovedì, 28 Marzo 2024

Oncopneumologia: la cura migliora, ma le strutture sono adeguate?

DiMario Catalano

1 Dicembre 2022
Oncopneumologia

Un paziente oncopneumologico su due viene curato in strutture inadeguate. «Negli ultimi dieci anni, grazie ai progressi nella diagnostica biomolecolare, a terapie innovative biologiche mirate, all’immunoterapia e ai progressi in campo chirurgico e radioterapico, la storia naturale di queste malattie è notevolmente migliorata, dando speranza a molti pazienti che fino a pochi anni fa avrebbero avuto una prognosi inesorabilmente infausta», dice Antonio Santo, Presidente della Fondazione FONICAP/AIC-NET e Direttore della Lung Unit-Oncologia Toracica dell’Ospedale P. Pederzoli di Peschiera del Garda (Verona), un nuovo modello dipartimentale strutturale finalizzato a ottimizzare le risorse umane e strumentali nella diagnosi e cura dei pazienti con neoplasie toracopolmonari. Tra i primi fautori a livello nazionale della multidisciplinarietà in Oncopneumologia, già nel 2001 aveva fondato e diretto per un ventennio il Gruppo Interdisciplinare Veronese di Oncologia Polmonare.

Dottore, da sempre sostiene che la multidisciplinarietà sia l’unica strada per gestire al meglio il paziente oncopneumologico: la Lung Unit è la risposta a questo approccio?

«Esattamente. Come amo ripetere da anni ormai “uniti non sempre si vince, ma di sicuro si fa meglio per il paziente”. Oggi i notevoli progressi che sono stati fatti in campo medico, radioterapico, chirurgico hanno decisamente migliorato la prognosi di queste malattie. Tuttavia, i risultati sono ancora insoddisfacenti, in quanto oltre il 50% dei pazienti viene curato in strutture inadeguate sia per la diagnostica, sia per la gestione delle terapie mediche di ultima generazione. Abbiamo armi potenti che rischiano di essere vanificate perché i pazienti spesso non sanno dove rivolgersi o non sono informati sulla presenza di strutture d’eccellenza in cui possono essere gestiti. Da qui l’esigenza di sviluppare il Network FONICAP/AIC-NET che mappa sul territorio nazionale i GIOT , i Gruppoi Interdisciplinare di Oncologia Toracica con adeguata esperienza in grado di prendere in carico il paziente in modo collegiale e di gestirlo con un approccio multidisciplinare e un ottimale iter diagnostico e terapeutico».

Com’è organizzata la Lung Unit che dirige?

«È composta da un Core Team di tre Unità Operative – Chirurgia Toracica, Pneumologia e Oncologia Toracica, strutturalmente vicine, a cui si affiancano altre fondamentali unità operative quali Radiologia, Anatomia Patologica, Laboratorio analisi, Riabilitazione funzionale, Anestesia-Terapia del dolore e Farmacia; inoltre figure specialistiche integrative dell’équipe sono la Nutrizionista, la Psicoterapeuta e la Study coordinator (per la ricerca clinica), proprio con l’obiettivo di seguire il paziente dalla fase diagnostica a quella terapeutica a 360°, rispondendo a tutte le sue differenti esigenze. L’esperienza dei primi due anni di questa Lung Unit e i questionari di “customer satisfaction” compilati dai pazienti mi hanno confermato la bontà di tale modello organizzativo. A questo scopo, FONICAP/AIC-NET, in collaborazione con LILT, ha attivato una piattaforma (www.fonicap.it) in cui vengono segnalati la maggior parte dei GIOT su tutto il territorio nazionale, al fine di creare un network di riferimento per i pazienti oncopneumologici. Ad oggi è a buon punto la fase di registrazione dei team che costituiscono gli oltre 50 GIOT, dislocati presso altrettante strutture ospedaliere di tutta Italia. A partire da settembre la piattaforma sarà in grado quindi di offrire a pieno regime il servizio di assistenza e consulenza ai pazienti e ai loro familiari».

Qual è l’obiettivo del Network?

«Si tratta di una rete funzionale sia per i pazienti sia per gli operatori. Gli uni, infatti, possono trovare le indicazioni dei Centri a cui rivolgersi in tempi rapidi e richiedere gratuitamente online una consulenza ai migliori specialisti del settore; gli altri, attraverso le valutazioni e le esperienze dei pazienti, possono avere un feedback importante e uno stimolo a migliorare continuamente servizi e prestazioni. Il network nasce pertanto con spirito di servizio ma è fortemente presente anche lo spirito di collaborazione con qualsiasi altro Ente o Associazione che porti avanti la lotta contro il cancro del polmone. Proprio in quest’ottica è nata la partnership con LILT che, da sempre, si occupa di lotta contro il fumo e quindi di prevenzione primaria del tumore olmonare, con ampia diffusione su tutto il territorio nazionale. Verranno istituite quattro borse di studio per un valore totale di 40 mila euro per giovani ricercatori e operatori oncopneumologi con meno di 45 anni». ©

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