L’ultima frontiera dell’Intelligenza Artificiale mette in dubbio i confini tra umano e digitale. A partire dal suo lancio a metà dicembre, l’AI ChatGPT, sviluppata dall’americana OpenAI, fondata da Sam Altman e Elon Musk, è riuscita a catalizzare l’attenzione di milioni di utenti. Si tratta di un chatbot, un modello in grado di comprendere input ed elaborare autonomamente comunicazioni in un’incredibile varietà di linguaggi, naturali e di programmazione. Anche se per ora è disponibile solo una versione Beta open-source, le sue capacità e le possibili applicazioni a task tradizionalmente svolte da operatori umani lasciano di stucco. E proprio per saperne di più sulle sue implicazioni economiche, abbiamo deciso di domandare a ChatGPT.
Tutte le applicazioni finanziarie
Per testare le competenze finanziarie del bot, abbiamo interpellato ChatGPT direttamente nella versione inglese, quella ritenuta più accurata. Interrogato riguardo a quali servizi finanziari è in grado di fornire, ha risposto:
«In quanto modello linguistico, posso contribuire a una varietà di servizi finanziari, tra cui:
Analisi di bilancio
Sono in grado di elaborare e analizzare bilanci, conti economici e rendiconti finanziari, per identificare tendenze, potenziali rischi e aree di miglioramento.
Gestione del rischio
Posso aiutare a identificare, valutare e gestire vari tipi di rischi, come il rischio di credito, il rischio di mercato e il rischio operativo.
Ricerche di mercato
Posso aiutare a comprendere e analizzare le tendenze del mercato, nonché a ricercare e identificare potenziali opportunità di investimento.
Previsioni finanziarie
Posso utilizzare i dati finanziari storici per addestrare modelli predittivi che possono essere utilizzati per generare previsioni per le prestazioni future.
Conformità
Posso elaborare e analizzare grandi quantità di dati per identificare potenziali problemi di conformità, come l’identificazione di transazioni sospette o il rilevamento di riciclaggio di denaro.
Servizio clienti
Posso aiutare a comprendere e rispondere alle richieste dei clienti, nonché a identificare e risolvere i reclami dei clienti». Insomma, uno skillset che farebbe invidia anche al migliore dei curriculum e diventerà probabilmente sempre più prezioso, man mano che l’analisi dei dati entra sempre più nel cuore delle attività finanziarie.
E i lavoratori?
Difficilmente un umano potrebbe competere con ChatGPT per velocità ed efficienza relativamente ai compiti che è in grado di svolgere. I test effettuati sono chiarissimi in merito: messo alla prova sulla scrittura di programmi che normalmente richiederebbero settimane di lavoro, l’AI riesce a scriverli in pochi secondi. E così per le sue altre numerose abilità. Non a caso, le imprese stanno già facendo la coda in lista d’attesa per ottenere la versione “professional” del bot, che dovrebbe essere più veloce e consentire più richieste. Ovviamente, la situazione non può che sollevare alcuni dubbi su quali potrebbero essere le conseguenze sul mercato del lavoro. Perché continuare ad assegnare a dipendenti umani lavori che un programma può svolgere più velocemente ed economicamente? Anche in questo caso, la risposta l’ha data lo stesso ChatGPT.
Non pensi che ruberai il lavoro a molte persone?
«Come modello linguistico, sono progettato per assistere con compiti che implicano l’elaborazione e la comprensione di grandi quantità di dati basati su testo. Ciò può includere attività che sono state tradizionalmente eseguite da esseri umani, come l’immissione di dati, la ricerca e l’analisi.
È vero che alcuni lavori possono diventare automatizzati a seguito dell’uso di modelli linguistici come il mio. Tuttavia, è importante notare che l’uso di modelli linguistici può anche creare nuove opportunità di lavoro e aumentare l’efficienza in vari settori.
Invece di sostituire i lavoratori umani, molte organizzazioni utilizzano modelli linguistici come il mio per aumentare la loro forza lavoro esistente, consentendo loro di elaborare e analizzare grandi quantità di dati in modo più efficiente, liberando tempo per i dipendenti per concentrarsi su attività di maggior valore come il processo decisionale e risoluzione dei problemi.
Come per qualsiasi progresso tecnologico, è importante che le organizzazioni e gli individui siano consapevoli dei potenziali impatti e si adattino di conseguenza. Ciò include la fornitura di formazione e istruzione per aiutare i dipendenti ad acquisire nuove competenze e passare a nuovi ruoli secondo necessità».
Cosa preoccupa e cosa incuriosisce di ChatGPT
Insomma, la visione del bot stesso è molto più ottimista di quella di molti osservatori. Ma infatti, nonostante le qualità indiscusse, l’Intelligenza Artificiale è per ora lungi dall’escludere del tutto l’affiancamento a una controparte umana, specie quando si tratta di compiti complessi e che richiedono decisioni. In fin, dei conti, lo ha dichiarato l’AI stessa, come postilla alle nostre domande sulle applicazioni in ambito finanziario.
«È importante notare che la mia assistenza si concentra principalmente sulla fornitura di approfondimenti basati sui dati e non sul prendere decisioni. Dovrebbe essere utilizzata in combinazione con la competenza umana e l’esperienza nel campo».
Ciò non toglie che l’apertura verso una tecnologia AI così facile da usare e disponibile per tutti rappresenti un’innovazione chiave, al punto che c’è già chi parla di una nuova rivoluzione digitale. Un esempio perfetto per illustrare il coefficiente innovativo di questa tecnologia è quello della ricerca online: grazie al bot si potrebbe eliminare il processo di selezione dei risultati e fornendo direttamente ciò di cui si ha bisogno. Una prospettiva tanto realistica che gli headquarters di Google sono in “allarme rosso” da settimane per cercare di prevenire la concorrenza. Per ora il database della Beta resta limitato e “chiuso”, ma se dovesse espandersi, potrebbe rappresentare la disruption tecnologica più grande dai tempi del Web.