giovedì, 25 Aprile 2024

Millenial e Gen Z, ora l’investitore si informa sui social

Sommario
Investitore

L’investimento è influenzato dal carattere, dalla personalità e dal luogo nel quale si vive. Tracciare un identikit dell’investitore italiano non è semplice, ma l’acquisto della casa di proprietà è un elemento distintivo: anche se in tutta Europa è una componente chiave della ricchezza, nel nostro Paese costituisce l’asset più importante.

I fattori culturali influenzano la propensione al rischio

Uno studio Morningstar evidenzia una certa avversione al rischio, che si traduce in una quota relativamente alta di contanti e depositi rispetto al totale delle attività finanziarie; oltre a un’esposizione azionaria relativamente bassa. Un approccio prudente e conservativo che, secondo il paper, dipende da fattori culturali, sociali e anche economici.

Il livello relativamente basso di alfabetizzazione finanziaria contribuisce a spiegare l’atteggiamento dei nostri investitori; così come i fattori demografici, tenuto conto del fatto che oltre un quarto della popolazione ha più di 60 anni.

L’investitore italiano può scegliere tra diversi strumenti

Fondi comuni ed ETF sono nel complesso molto diffusi tra gli investitori, i quali possono contare su un’ampia gamma di strumenti distribuiti a livello nazionale. Ma tolti i Piani Individuali di Risparmio, l’Italia offre ancora pochi o nessun incentivo fiscale per incoraggiare gli investimenti a lungo termine.

Invece, grazie anche agli incentivi fiscali, i prodotti assicurativi costituiscono un altro asset finanziario particolarmente popolare: le assicurazioni sulla vita rappresentano la parte più consistente di questa allocazione.

I fondi domiciliati in Italia costituiscono meno della metà del patrimonio delle famiglie investito in fondi, il che, secondo lo studio, «significa che la maggior parte della ricchezza delle famiglie è investita in fondi domiciliati all’estero».

«Secondo la Direttiva MiFID, gli investitori si suddividono in “retail”, ovvero coloro che non sono in possesso di esperienza, conoscenze e competenze proprie e in “clienti professionali” che, viceversa, rappresentano soggetti o società con requisiti per attuare autonomamente e consapevolmente decisioni in materia di investimenti e un’attenta valutazione dei rischi», dice Germana Martano, direttore generale ANASF.

Investimento o trading?

«La principale differenza è che il trading è un’attività svolta da investitori “fai da te” e l’orizzonte temporale di riferimento è il breve periodo: le scelte di investimento non sono caratterizzate da una logica focalizzata su esigenze e obiettivi ed è un’attività rischiosa, che necessita di una competenza specifica dei mercati, posseduta da investitori esperti».

«Diversa è la tipologia di investimento che si effettua, per esempio, con un consulente finanziario: una pianificazione attenta e oculata delle risorse nel lungo periodo, condivisa e monitorata costantemente; con riferimento a specifici obiettivi e al profilo di rischio dell’investitore». 

Come cambia l’approccio della Generazione Z e dei Millennial rispetto a quello dei loro genitori?

«Nati tra il 1981 e il 2010, Millennial e Gen Z hanno fatto esperienza della dirompente evoluzione digitale; caratterizzati da un istinto naturale nell’utilizzo di tali tecnologie; quindi più propensi a utilizzarle anche nelle operazioni finanziarie tradizionali, come i pagamenti e la firma digitale».

«La loro propensione al mondo social li porta a privilegiare podcast, video-tutorial e strumenti di intrattenimento audio visivi; anche nella ricerca delle informazioni in materia di investimenti, su cui la ricerca di fonti affidabili è un tema spinoso da risolvere. È dunque fondamentale comunicare l’importanza della figura di un professionista con cui confrontarsi, come il consulente finanziario; per affrontare e pianificare le tappe del ciclo di vita attraverso una pianificazione finanziaria attenta».

«Con questo obiettivo ANASF negli ultimi tempi ha irrobustito le attività rivolte alla fascia più giovane di risparmiatori; per avvicinarla al mondo di una sana gestione finanziaria».

Le competenze dell’investitore pesano sulla propensione al rischio?

«Diversi studi sulla finanza comportamentale dimostrano che al crescere di competenze economico-finanziarie aumenta la capacità di calcolare la probabilità di una perdita rispetto a un guadagno. Oltre alle le possibili variabili che compongono l’equazione di un investimento. Quindi direi di sì:  influiscono sulla consapevolezza delle proprie scelte». ©

Laureato in Economia, Diritto e Finanza d’impresa presso l’Insubria di Varese, dopo un'esperienza come consulente creditizio ed un anno trascorso a Londra, decido di dedicarmi totalmente alla mia passione: rendere la finanza semplice ed accessibile a tutti. Per Il Bollettino, oltre a gestire la rubrica “l’esperto risponde”, scrivo di finanza, crypto, energia e sostenibilità. [email protected]