venerdì, 29 Marzo 2024

Criptovalute e moneta tradizionale, l’impatto sull’ambiente?

Sommario

Il mercato delle crypto, negli ultimi mesi, ha avuto non pochi problemi. Ne sono un chiaro esempio il crollo del valore del Bitcoin ed il recente crack della piattaforma di exchange Ftx. Ciò ha dato modo ai detrattori delle valute digitali di esultare, andando ad aggiungere l’ennesimo tassello all’eterna guerra tra le criptovalute e la moneta tradizionale.

Una delle argomentazioni più comuni utilizzate in questo dibattito è l’impatto sull’ambiente. Il paradosso, però, è che viene utilizzato da entrambi i lati per screditare la controparte. Ma chi, effettivamente, crea i problemi più grandi al nostro pianeta?

Criptovalute, l’impatto sull’ambiente

Nonostante si tratti di valute immateriali, anche le crypto hanno il loro dispendio sull’ambiente. Il fattore maggiormente impattante è quello del mining, ovvero un processo di calcolo decentralizzato per elaborare, verificare e sincronizzare tutte le transazioni relative alle crypto. La dipendenza da questo procedimento richiede un enorme dispendio di energia elettrica. Secondo uno studio realizzato nel 2021 dall’Università del New Mexico, la produzione di Bitcoin (la moneta digitale più conosciuta) ha richiesto più elettricità di quella consumata in un anno intero in un paese come l’Austria. L’impatto ambientale sarebbe quindi più alto di quello causato dall’allevamento intensivo.

Moneta tradizionale, i danni per il pianeta

Anche la moneta tradizionale non è esente da colpe per quanto riguarda lo sfruttamento delle risorse del nostro pianeta. I fattori principali che incidono sono la produzione ed il trasporto. Secondo il World Payement Report del 2019, l’estrazione del rame e dello stagno, seguite poi dal processo di trasformazione, rappresentano il 29% dell’impatto ambientale creato dalla valuta fisica. Il 31%, invece, riguarda il trasporto del denaro nei vari punti di approvvigionamento, come le banche. Proprio dalle banche deriva un’altra fetta della torta, pari al 24%, da ascrivere al funzionamento dei Bancomat. Considerando tutto, una singola transazione in contanti genera mediamente 4,6 grammi di CO2.

Criptovalute e moneta tradizionale, tiriamo le somme

Guardando il quadro generale della situazione, risulta come la moneta tradizione sia decisamente meno impattante sull’ambiente rispetto alle criptovalute. Questo, però, è anche dovuto ad una maggiore regolamentazione presente per quanto riguarda monete e banconote. Le criptovalute, attualmente, sono ancora un mondo fatto di pochi esperti e tanti pregiudizi. Una maggiore apertura da parte degli Stati garantirebbe un disciplinamento adeguato, mirato a migliorare ed efficientare i processi. Ciò, però, andrebbe in contrasto con il pensiero alla base del mondo crypto, ovvero stare al di fuori dei tradizionali sistemi bancari e governativi. La mancanza di un vero e proprio riferimento centrale di questo mondo, poi, rende difficili, se non impossibili, le eventuali trattative utili a trovare una quadra.