giovedì, 25 Aprile 2024
voli aerei

È in arrivo un’impennata nei prezzi dei voli. Il motivo è principalmente legato alle misure per la decarbonizzazione dell’industria del trasporto aereo. Le compagnie dovranno sperimentare nuove tecnologie per abbattere le emissioni, ma l’operazione potrebbe costare fino a 800 miliardi di euro.

Voli aerei a emissioni zero

Come altre industrie anche il trasporto aereo si è impegnato con l’Unione Europea a raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050. I voli rappresentano il 2,5% delle emissioni di CO2 mondiali, e nel giro di un quarto di secolo dovranno ridursi drasticamente.

Il grosso problema è ovviamente il carburante. Il Jet Fuel, a base di cherosene, produce 3,16 kg di anidride carbonica per ogni chilo di combustibile bruciato. Una soluzione potrebbe essere l’idrogeno, ma produrne senza emettere grosse quantità di gas serra è ancora complesso dal punto di vista tecnologico.

Le compagnie aeree stanno quindi studiando la possibilità di utilizzare biocarburanti. Banditi dall’utilizzo per le vetture dal 2050, questi prodotti, su cui l’Italia punta molto, potrebbero avere nell’aviazione il loro futuro.

Il prezzo della transizione è potenzialmente altissimo. Un report commissionato dalle stesse compagnie aree ha stimato in 800 miliardi di euro il costo di questa rivoluzione, spese in più che andranno a ricadere sui consumatori.

Il problema dei certificati europei per le emissioni

I prezzi dei biglietti aerei potrebbero però aumentare ben prima del 2050. L’Unione Europea, per limitare le emissioni, impiega infatti un sistema di certificati. Una sorta di licenza di inquinare, che ogni azienda ha entro un certo limite.

Chi inquina di più può comprare certificati da chi inquina di meno, creando un mercato dei certificati e mantenendo le emissioni stabili. Le compagnie aeree si sono viste abbuonare fino ad oggi metà delle proprie emissioni, in modo da non doverle pagare.

Questo regime facilitato finirà nel 2026, ma il processo di avvicinamento a questa scadenza comincerà già nel 2024. A oggi i certificati per emissioni hanno raggiunto picchi di 110 euro a tonnellata di CO2 emessa, il doppio rispetto al 2021.

Le compagnie aeree potrebbero quindi iniziare a sentire il peso delle regolamentazioni ambientaliste già dal prossimo anno, una spesa stimata in 5 miliardi di euro dal 2027, quando dovranno pagare ogni grammo di CO2 emessa in eccesso.

Attento alle tendenze e profondo conoscitore della stampa estera, è laureato in Storia del giornalismo all’Università degli Studi di Milano. Dinamico, appassionato e osservatore acuto, per il Bollettino si occupa principalmente del mondo dello sport legato a quello finanziario e del settore dei videogiochi, oltre che delle novità del comparto tecnologico e di quello dell’energia.