venerdì, 29 Marzo 2024

E-fuel sì, biocarburanti no: perché è una sconfitta per l’Italia

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La direttiva europea per fermare le auto a combustione va avanti. E mentre la Germania ottiene una deroga per gli E-fuel, l’Italia prova a fare lo stesso con i biocarburanti ma senza risultati. Nel 2035 le vetture a benzina e diesel non potranno più essere vendute. Cosa significa questa decisione per il nostro Paese?

Perché l’Italia ha insistito sui biocarburanti

La Germania ha tutelato i propri interessi vedendosi riconoscere gli E-fuel come eccezione alla normativa europea sulle auto a combustione. Questo ha permesso di salvaguardare gli investimenti delle aziende tedesche.

L’Italia ha provato a fare la stessa cosa spingendo perché anche i biocarburanti rientrassero nei metodi di alimentazione concessi dopo il 2050. Questo perché molte aziende, Eni in testa, hanno investito nella produzione dei carburanti da biomasse nel nostro Paese. A Gela e Venezia sono già presenti bioraffinerie, alle quali potrebbe aggiungersi un ulteriore impianto a Livorno. 

L’obiettivo è quello di aumentare la produzione dall’attuale milione di tonnellate all’anno a 2 milioni nel 2026 e a 6 milioni entro 10 anni. Proprio la raffineria siciliana sta subendo un intervento di potenziamento, frutto di un investimento da 70 milioni di euro. 

Se la direttiva non dovesse cambiare, il carburante così prodotto sarebbe inutilizzabile in Europa a partire dal 2050 nel mercato automobilistico. Rimarrebbero comunque aperti altri settori, come quello aereo o navale.

E-fuel e biocarburanti: qual è la differenza?

Per E-fuel si intendono carburanti creati dalla mistura di idrogeno e anidride carbonica estratta dall’aria. Nel caso in cui questa procedura avvenga tramite energia rinnovabile, l’impatto sulle emissioni risulta zero anche dopo la combustione.

I biocarburanti invece sono ricavati tramite la lavorazione di scarti vegetali e oli. A differenza degli E-fuel, non possono assicurare la neutralità carbonica e la loro produzione rischia di creare problemi al mercato alimentare.

Negli ultimi anni la Germania ha investito molto sugli E-fuel. Coinvolte nei vari progetti anche Porsche e BMW. Quest’ultima ha investito 12,5 milioni di dollari nella startup Prometheus Fuels, che si specializza in carburanti sintetici a emissioni zero.

La principale critica a questo tipo di combustibili è che l’energia impiegata per produrli potrebbe essere utilizzata in maniera fino a cinque volte più efficiente alimentando direttamente un’auto elettrica.

Attento alle tendenze e profondo conoscitore della stampa estera, è laureato in Storia del giornalismo all’Università degli Studi di Milano. Dinamico, appassionato e osservatore acuto, per il Bollettino si occupa principalmente del mondo dello sport legato a quello finanziario e del settore dei videogiochi, oltre che delle novità del comparto tecnologico e di quello dell’energia.