sabato, 7 Dicembre 2024

Cos’è la finanza cattolica: 3 punti per spiegarla

Sommario
Finanza cattolica

Esiste un modo diverso di fare finanza, ispirato ai principi cattolici, e che mette al centro la dimensione umana e la vocazione sociale della Chiesa. Cosa la distingue dagli altri modi di investire?

1. L’uomo al centro

Il primo punto che distingue la finanza cattolica dal resto del mondo degli investimenti è la centralità della persona nell’operato delle istituzioni che si ispirano a questi principi. Non esistono regole o precetti espliciti, né tantomeno prodotti finanziari cattolici. 

La regola fondamentale da seguire per realizzare questa visione è stata espressa già nel 1917 quando il diritto canonico ha codificato la necessità di puntare all’investimento che restituisca il reddito al contempo più elevato e più sicuro.

2. La vocazione sociale

Parlando di ispirazione cattolica è inevitabile considerare l’impatto sociale che un investimento può avere. Questo rappresenta un altro principio importante nella finanza cattolica, in particolare con l’acuirsi delle differenze di reddito.

Applicare i principi cattolici alla finanza significa quindi riconoscere il problema che il sistema economico contemporaneo pone riguardo alle disuguaglianze, e tentare di porvi rimedio calibrando i propri investimenti in modo da favorire la ridistribuzione della ricchezza.

3. L’ecologia

Più di recente anche la tematica ambientale è entrata a far parte della finanza cattolica. La spinta di Papa Francesco, contenuta nell’enciclica Laudato si’ del 2015, verso una nuova attenzione dei cattolici per il creato ha allineato il mondo cristiano con l’ecologismo moderno.

Il primo passo è quindi stato un disinvestimento dai combustibili fossili, in modo da favorire la decarbonizzazione. Centinaia di istituzioni cattoliche hanno già intrapreso questa strada mentre la fuga di capitali dall’industria petrolifera e del carbone supera i 1000 miliardi di dollari. ©