giovedì, 5 Dicembre 2024

L’Italia ha perso il treno dei chip?

Questa volta è la Germania a battere l’Italia. E lo fa in un settore fondamentale per i nostri smartphone, televisioni ed elettrodomestici. Ma non solo, perché con i semiconduttori (o chip) si realizzano i microprocessori anche per le nostre automobili. Insomma, sono un tassello fondamentale per il settore digitale. Produrli in casa significa creare nuovi posti di lavoro e PIL. Un’occasione d’oro, che l’Italia pare destinata a perdere. Intel costruirà in Germania due maxi impianti di semiconduttori entro il 2027, per un investimento totale di circa 30 miliardi di euro e almeno 3000 nuovi posti di lavoro. E da noi? I progetti della multinazionale americana sembrano arenarsi.

Da sempre appannaggio di una manciata di Paesi, in testa a tutti Taiwan, la produzione di queste componenti è divenuta ultimamente una delle carte fondamentali nella partita geopolitica.

Ad aprile del 2022, la compagnia americana Intel, uno dei leader mondiali del settore, si era detta interessata ad aprire un sito di confezionamento di chip nel nostro Paese, con un investimento da ben 4,5 miliardi. Da allora, l’idea pare finita nel dimenticatoio. In realtà, a quanto fa sapere il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, presieduto da Adolfo Urso, «le interlocuzioni sono ancora aperte». Ma a smentire la dichiarazione potrebbero essere le azioni della stessa Intel, che nelle ultime settimane ha stretto accordi, oltre che con la Germania, anche con Polonia e Israele, per un investimento totale da 58 miliardi.

A compromettere la candidatura dell’Italia, a quanto pare, sarebbero le ristrette possibilità di investimento a disposizione del Governo: se infatti la Germania ha potuto offrire una contropartita da ben 10 miliardi di euro, lo stretto margine fiscale italiano non avrebbe certo consentito altrettanto.

22 Giugno 2023

Da sempre appassionato di temi finanziari, per Il Bollettino mi occupo principalmente del settore bancario e di esteri. Curo una rubrica video settimanale in cui tratto temi finanziari in formato "pop".