domenica, 28 Aprile 2024

Il capitalismo di stato giapponese irrompe nel mercato dei chip

giapponese

Mentre UE e Giappone firmano un memorandum sui microchip, Tokyo investe 6,4 miliardi di dollari in JSR, azienda che produce importanti tecnologie per i semiconduttori. Il Paese si difende nella guerra tra Cina e USA in queste tecnologie, con un intervento ritenuto sorprendente. Anche l’Italia avrebbe dovuto entrare nel mercato con un investimento di Intel: a che punto siamo?

Il Giappone investe nei chip

Il governo giapponese, attraverso la Japan Investment Corporation, ha deciso di investire 6,4 miliardi di dollari in JSR, una azienda che produce alcune tecnologie fondamentali per la catena di forniture dei microchip. 

JSR vanta tra i suoi clienti anche Intel e Samsung, e detiene il 30% del mercato globale di fotoresist, ed è ritenuta strategica per posizionare il Giappone nella guerra dei semiconduttori tra Cina e Stati Uniti

Sia i manager di JSR sia il ministero dell’industria giapponese hanno tenuto a precisare che non si tratta di un salvataggio. L’azienda, con una capitalizzazione di mercato di circa 4,7 miliardi di dollari, è in piena salute. Dopo che la notizia è trapelata sui media locali, le sue azioni sono cresciute in valore del 22%.

E l’Italia?

Anche in Italia sarebbe dovuta nascere una grande fabbrica legata al mercato dei semiconduttori. Dovrebbe far parte di un progetto di Intel, che in collaborazione con l’Unione europea dovrebbe inaugurare diverse strutture per la ricerca, produzione e per il test dei suoi chip nel Vecchio Continente.

Recentemente la Germania ha annunciato che la sua parte del piano, che riguarda la produzione, vedrà un aumento degli investimenti, che toccheranno i 30 miliardi di euro. Nel nostro Paese avrebbe dovuto nascere invece un polo per i test, con 1500 posti di lavoro diretti e un indotto di 3500.

Si trattava di un investimento per 4,5 miliardi di euro. Erano già state individuate anche due possibili locazioni della fabbrica, una in Veneto e una in Piemonte. Nella primavera del 2022 sembrava che il progetto fosse in procinto di cominciare, ma da allora non si è saputo più nulla.

Sia il ministero dell’Industria e del Made in Italy sia Intel hanno rassicurato, dicendo che l’azienda ha ancora intenzione di investire in Italia, ma nel frattempo in Polonia sta nascendo un polo con funzioni e finanziamenti non troppo diversi a quelli che avrebbe dovuto avere la grande fabbrica italiana. ©

📸 Credits: Canva

Attento alle tendenze e profondo conoscitore della stampa estera, è laureato in Storia del giornalismo all’Università degli Studi di Milano. Dinamico, appassionato e osservatore acuto, per il Bollettino si occupa principalmente del mondo dello sport legato a quello finanziario e del settore dei videogiochi, oltre che delle novità del comparto tecnologico e di quello dell’energia.