domenica, 28 Aprile 2024

Fuga dalla Cina: i grandi capitali ora guardano a Tokyo

Tokyo

Tokyo aspira a diventare un centro finanziario globale. I nuovi assetti geopolitici potrebbero spostare il baricentro dell’estremo oriente nella capitale giapponese. Queste ambizioni sono realistiche?

In fuga dalla Cina

In pochi anni la Cina ha visto il proprio ruolo globale cambiare radicalmente. La fabbrica del mondo, integrata perfettamente nel commercio internazionale, ha dapprima tentato di smarcarsi dal settore secondario per entrare nei servizi, per poi trovarsi coinvolta in un’aspra guerra commerciale con gli Stati Uniti.

Tutto questo prima che il Covid-19 facesse chiudere l’intero Paese per quasi tre anni, a causa delle politiche estremamente restrittive del governo di Pechino. Così, nel 2023, la Cina non è più la frontiera degli investimenti mondiale.

Il crescente sentimento anti occidentale spinto da un governo sempre più intenzionato a tornare protagonista anche nella società civile, sta spaventando gli investitori europei e americani. Al contempo, la crisi dei semiconduttori spinge UE e USA a emanciparsi dalla dipendenza che avevano accumulato con la Cina in questo settore strategico.

Il ruolo del Giappone

Rimane però la necessità, per molte compagnie occidentali, di rafforzare la propria presenza nei mercati asiatici. Ora che la Cina non sembra più un hub credibile e che Hong Kong è caduta sotto il controllo di Pechino, dovrà emergere un altro polo che funga da base per questi investimenti.

Qui entra in gioco Tokyo. Nonostante il suo ruolo di riferimento per le borse asiatiche, la capitale giapponese ha storicamente faticato ad affermarsi a livello internazionale. La fuga dei capitali occidentali dalla Cina potrebbe risolvere questo storico svantaggio, ma la città deve essere pronta.

Attrarre gli investimenti occidentali significa approntare i sistemi finanziari giapponesi, storicamente non abituati al flusso di grandi quantità di denaro, ad accogliere tutti quegli investimenti che non andranno in Cina. Un lavoro complesso, quasi al limite dell’impossibile, per il Paese del Sol Levante, che potrebbe non avere un’altra possibilità come questa in futuro.

Attento alle tendenze e profondo conoscitore della stampa estera, è laureato in Storia del giornalismo all’Università degli Studi di Milano. Dinamico, appassionato e osservatore acuto, per il Bollettino si occupa principalmente del mondo dello sport legato a quello finanziario e del settore dei videogiochi, oltre che delle novità del comparto tecnologico e di quello dell’energia.