La FIFA punta molto sul campionato del mondo di calcio femminile, che si sta svolgendo in Australia e Nuova Zelanda. La manifestazione però sta avendo diversi problemi, anche economici.
Biglietti venduti, l’appello di Infantino
Il mondiale femminile è partito tra grandi speranze. La partita inaugurale, vinta dall’Australia per 1-0 contro l’Irlanda, ha venduto 80.000 biglietti.
Gli altri match però non stanno tenendo il passo sperato. Soltanto l’appello di Gianni Infantino, presidente della FIFA, ha riportato le vendite vicine al target di 1,5 milioni.
Nessuno vuole i diritti TV
Ma i biglietti delle partite sono solo uno dei problemi dei mondiali di calcio femminili. I diritti TV rappresentano il nodo più complesso da sciogliere.
Le offerte, in particolare quelle delle emittenti dei grandi paesi europei, sono state poco soddisfacenti e la FIFA è stata costretta ad accettare di vendere al ribasso.



Questo a fronte del montepremi più alto di sempre per la competizione, 152 milioni di dollari, il triplo dell’ultima edizione, dieci volte quello del 2015.
I mondiali femminili dall’altra parte del mondo
Le spese sono quindi alte, ma è stata una decisione della stessa FIFA a rendere complessa l’asta per i diritti TV.
Giocare in Australia e Nuova Zelanda comporta un fuso orario significativo con il principale mercato del calcio femminile: l’Europa.
Le partite al mattino sono poco appetibili, e questo ha ridotto il potere contrattuale dell’organizzazione con le emittenti. ©
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