lunedì, 29 Aprile 2024

Gli affitti brevi hanno vita corta?

Weekend fuori a poco prezzo? Potrebbe non essere più così semplice. La nuova normativa sugli affitti brevi (ovvero Airbnb e simili), che potrebbe passare per l’approvazione del Consiglio dei Ministri già oggi, introdurrà un minimo obbligatorio di due notti di soggiorno nei centri storici delle città. A fare eccezione a questa limitazione sarebbero solo gli appartamenti di proprietari con almeno tre figli.

Risultato: se vogliamo stare fuori due giorni l’alterativa sarà l’hotel oppure qualche amico o parente disposto a ospitarci. Ma che cosa prevede esattamente il decreto-legge? Oltre al NO a “una notte e via”, anche l’obbligo di un codice identificativo nazionale (CIN) e un codice analogo a livello regionale (CIR).

Una misura che divide, ma che può nascondere uno scopo parzialmente risolutivo per il problema degli alloggi universitari. La tentazione per i proprietari di destinare le proprietà a incassi più redditizi con i soggiorni spot rispetto a contratti più lunghi, infatti, andrebbe proprio a discapito di chi cerca casa in affitto per lavoro, famiglia o studio, appunto.

La decisione – come accade già a New York e Berlino, tra le altre mete gettonate dove esistono regole simili – arriva per rispondere a un problema crescente di vivibilità delle grandi città. Piene di turisti, diventano sempre più caotiche e costose.

E sempre dall’estero arriva un’altra soluzione curiosa in tema di affitti brevi: in Florida, per chi cerca un letto originale, la squadra di baseball Pensacola Blue Wahoos mette a disposizione l’intero stadio. Il prezzo? 5mila dollari a notte. ©

📸 Credits: Canva

Studente, da sempre appassionato di temi finanziari, approdo a Il Bollettino all’inizio del 2021. Attualmente mi occupo di banche ed esteri, nonché di una rubrica video settimanale in cui tratto temi finanziari in formato "pop".