La Dacia Arena di Udine, dove l’Udinese gioca le sue partite in casa, diventerà il Bluenergy stadium. L’impianto è tra i più all’avanguardia d’Italia proprio dal punto di vista energetico e ha permesso ai friulani di diventare una delle squadre più sostenibili della Serie A. Quanto è importante vendere il nome del proprio stadio?
Il Bluenergy stadium e l’energia pulita
L’Udinese, secondo il Brand Finance Football Sustainability Index, è il quarto club più Green del mondo. Una buona parte di questo primato è costruito sullo stadio di proprietà. Si chiamava Friuli, nel 2019 è diventato Dacia Arena e dalla stagione in corso porterà il nome di Bluenergy Stadium.
Scelta coerente, dato che proprio l’azienda di forniture di energia è responsabile in buona parte del successo ecologico dell’impianto. Bluenergy infatti si assicura che tutta l’energia utilizzata dall’ex Friuli provenga da fonti rinnovabili.
Quanto vale il nome di uno stadio
L’accordo tra Bluenergy e Udinese sarà quinquennale e conferma quanto sia diventata importante questa particolare sponsorizzazione per le casse delle squadre di calcio. Una pratica, quella di vendere il nome dello stadio, che è già la norma da anni all’estero e che in Italia ha preso piede soltanto di recente.
La Juventus è stata una delle prime e tutt’ora è l’unica “grande” ad avere un accordo di questo tipo. Lo Stadium di Torino porta il nome della compagnia assicurativa Allianz, che in cambio paga ai bianconeri 103 milioni di euro. Circa 100 milioni in 10 anni anche al Cagliari da Unipol, per rinominare l’ex Sant’Elia.
Molti meno, 4,5 milioni, quelli che la Gewiss paga all’Atalanta per il nome dell’ex Atleti Azzurri d’Italia. Mapei invece fornisce al Sassuolo 18 milioni di euro a stagione per lo stadio Città del Tricolore di Reggio Emilia. 250.000 euro all’anno da U-Power al Monza invece per il Brianteo. All’estero le cifre salgono sensibilmente. Etihad paga al Manchester City 400 milioni di sterline per 10 anni. ©
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